Il ministero dell'istruzione non rifarà i
punteggi dei prof, Giudizio inesatto, graduatorie salve Contestata la sentenza del Tar Lazio sui punteggi per il servizio da ItaliaOggi dell'11/10//2005
Giù le mani dalle graduatorie. Le liste da cui
sono disposte le assunzioni dei docenti a tempo determinato e
indeterminato non saranno riviste dal ministero dell'istruzione. Per
evitare di dover rifare le nomine, comprese le 35 mila di ruolo
scattate quest'anno, il ministero ha deciso che non darà esecuzione
alla sentenza del Tar Lazio n. 7354/2005 (si veda ItaliaOggi di
martedì scorso), che ha fatto saltare il limite dei sei mesi per la
valutazione del servizio su cattedre diverse da quella per la quale si
concorre. Il dicastero guidato da Letizia Moratti tiene duro. Anzi,
contesta il giudizio del Tar Lazio. Un giudizio che è frutto, dice
sempre il ministero in un comunicato ufficiale del 6 ottobre scorso,
"di una non esatta valutazione di una situazione complessa".
La decisione del Tar Lazio I giudici amministrativi hanno annullato l'articolo 3, comma 3 del decreto del 7 giugno 2004 del direttore generale per il personale scolastico e il punto C.2 della nota ministeriale n. 29/2004, nella parte in cui limitavano a sei mesi per ciascun anno scolastico la valutazione per il servizio d'insegnamento prestato su cattedre diverse da quella per la quale si è in graduatoria (il cosiddetto servizio non specifico). Le norme annullate, ha argomentato il Tar, "limitando a sei mesi il servizio valutabile, possono impedire senza nessun fondamento normativo il raggiungimento del punteggio massimo". Ossia 12 punti per ogni anno di insegnamento. La diversità di trattamento tra servizio specifico e non specifico sarebbe illegittima, non sostenuta e avvalorata da nessuna norma primaria.
La decisione del Miur "Il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in riferimento alla sentenza del Tar Lazio sulle graduatorie, ritiene che la sentenza sia frutto di una non esatta valutazione di una situazione complessa", dichiara viale Trastevere. Che ora si rimette al Consiglio di stato per una valutazione corretta della situazione.
Gli effetti Vista la non ottemperanza del giudizio, solo i ricorrenti che hanno vinto in primo grado potranno pretendere che la sentenza non rimanga lettera morta. Potranno impugnare l'inezia dell'amministrazione con un apposito ricorso. Che però avrà effetti solo nei loro confronti. Nel caso in cui invece i giudici d'appello non dovessero accogliere il ricorso del Miur, le graduatorie dovranno essere rifatte, rimettendo mano a tutti i punteggi. Si verrebbe a creare una situazione di caos diffuso. Per uscire dalla quale, al ministero rimarrebbe una sola strada: una norma, da inserire come emendamento in un provvedimento già in parlamento e in via di approvazione oppure in un decreto legge, che, prevedendo espressamente quanto la magistratura amministrativa ha contestato, salvi le immissioni senza bisogno di ritoccare i punteggi. |