L'Istat smentisce
il dato sui 6 milioni di analfabeti, ma . . .
Tuttoscuola del 17 novembre 2005
L'Istat ha smentito nettamente il dato
inverosimile dei sei milioni di analfabeti (un dato tratto dal
censimento 2001 curato proprio dallo stesso Istituto).
Gli analfabeti sono poco meno di 800 mila.
Ma... con la precisazione l'Istat ha indirettamente confermato quel
dato sbagliato dei sei milioni, in quanto quella cifra abnorme è
comprensiva sì di quegli 800 mila analfabeti puri di cui ha parlato
nella sua precisazione l'Istat, ma comprende anche - come aveva
comunicato l'Unla - anche altri 5 milioni di semianalfabeti privi di
qualsiasi titolo di studio.
L'errore sta proprio in quest'ultimo dato, sfuggito probabilmente alla
stessa Unla. Dai dati del censimento 2001, infatti, risulta
chiaramente che quei 5 milioni e più di italiani senza titolo di
studio comprendono anche 2,5 milioni di bambini tra i 6 e i 10 anni
che, ovviamente, il titolo di studio non potevano ancora avere.
E, come Tuttoscuola ha già chiarito nei precedenti servizi, quei 3,5
milioni di italiani sono (anzi, erano, perché i dati rilevati sono del
2001) quasi tutti dai 65 anni in su.
Eppure buona parte della stampa nazionale ha assunto acriticamente
quel dato inverosimile, dando la stura al solito sport masochistico
nazionale del compiacersi di una situazione terzomondista e
catastrofica.
Sorprende anche che lo stesso Miur, che dovrebbe preoccuparsi del buon
servizio della scuola, non sia intervenuto a chiarire la realtà della
situazione, salvaguardandone l'immagine e la credibilità di fronte
all'opinione pubblica.
In effetti, se quei sei milioni fossero tutti veri e non circoscritti
alle generazioni del primo dopoguerra, sarebbe in discussione l'intero
sistema nazionale di istruzione, passato e presente, non capace ancora
di debellare la pesante piaga dell'analfabetismo del secolo scorso.