Circolare ministeriale di pochi giorni fa obbliga alla compilazione del curriculum
degli studenti con un forte aggravio del carico burocratico.

Scuola: adesso scoppia la grana del «portfolio».

Insegnanti sul piede di guerra e dubbi dei sindacati sulla legittimità dell’atto

di Vincenzo Brancatisano  Su La Gazzetta di Modena, 19/11/2005

 

 

Scuola, scoppia la grana del portfolio delle competenze e gli insegnanti invocano lo Statuto dei lavoratori. Il documento (una sorta di curriculum che segue il ragazzo), inventato negli anni scorsi dal Ministero dell’Istruzione, non è mai stato apprezzato dai docenti per il pesante carico di lavoro burocratico che sta comportando per ora solo nelle elementari e che si estenderà negli ordini superiori. Ma una Circolare (n. 84 del 10 novembre 2005) ha fatto esplodere la protesta.

“La circolare con cui il Miur tenta di scaricare sui docenti gli oneri della riforma, è illegittima ed inaccettabile” per il Sam, sindacato dei maestri della Gilda. «Ora - continua la protesta del Sam - il ministro aggira la sua stessa legge che affidava a questi docenti la compilazione del cosiddetto portfolio.

Tentando, con espressioni ambigue, di ribaltare la frittata, la Moratti scrive: “I docenti concorrono alla redazione del portfolio coordinati dal tutor’, fingendo in tal modo di ignorare che i tutors non esistono perché non previsti dal contratto vigente e perché la contrattazione, su queste figure, non si è mai conclusa».

Secondo gli insegnanti, la circolare è «destinata a turbare pesantemente la vita delle scuole italiane creando conflitti tra i dirigenti, che tenteranno di applicare la circolare, e gli insegnanti che rivendicheranno il loro diritto al rispetto dei contratti e a non essere sommersi da inutili e ulteriori carichi burocratici, peraltro privi di normale contro partita. L’ossessione cartaceo-burocratica sottrarrà tempo ai docenti. Intanto la Gilda ha mandato una diffida ai dirigenti scolastici a dare seguito alle disposizioni contenute nella circolare ministeriale, definita «illegittima», poiché «pone oneri a carico delle istituzioni scolastiche in violazione dei diritti e delle prerogative degli organi collegiali». E ha avvertito che «qualora dovesse tradursi in adempimenti ed oneri in capo ai docenti delle scuole, tali disposizioni sarebbero assunte in violazione del contratto di lavoro, costituirebbero oneri per l’amministrazione e crediti esigibili dai docenti in termini di danni morali e materiali.

Il Miur spiega che con le nuove linee guida per la compilazione del portfolio nella scuola dell’infanzia «la riforma compie un altro importante passo avanti verso la sua piena messa a regime. Molto attese dalle scuole dopo un primo anno di ricerca e di libera sperimentazione del nuovo strumento, le linee guida rappresentano la sintesi di esperienze significative realizzate dalle stesse scuole del primo ciclo d’istruzione». Manda a dire il Miur che «sarà necessario che le istituzioni si attengano fedelmente alle voci la cui compilazione è vincolante». La Flc-Cgil evidenzia anche il rischio per la privacy dei bambini e delle loro famiglie, la cui storia rischia di finire in pasto ai lettori del portfolio. «La Circolare 84/05 - spiega il sindacato - non si attiene al parere espresso dal Garante su durata della conservazione dei dati e la trasferibilità ad altra scuola del portfolio. Le scuole che si affrettassero a seguire le indicazioni date dalla circolare, potrebbero rischiare di dover rimettere tutto in discussione».

 

 

E il bambino si darà il voto da solo 

 Assurdità nelle direttive presa di mira anche da Beppe Grillo

 

(vi.bra.)

 

Non solo i docenti. Anche i piccoli alunni partecipano alla formazione del portfolio. Incredibile, ma secondo il documento del Miur i bimbi «rilasciano annotazioni su propri prodotti e materiali significativi capaci di descrivere paradigmaticamente le più spiccate competenze del soggetto; scelgono lavori ed elaborati esemplificativi delle proprie capacità ed aspirazioni; concorrono alla propria autovalutazione e alla conoscenza di sé; esprimono indicazioni in ordine alle proprie scelte personali». L’alunno, secondo il ministero, «può comprendere meglio se stesso e concorrere consapevolmente al raggiungimento dei propri obiettivi formativi».

E i genitori? Assieme ad alunni e docenti concorrono alla redazione del documento. Come se non bastasse «il bambino, deve darsi anche un’autovalutazione: buono, ottimo, adeguato. Con questa legge gli studenti, a 9 anni, avranno nel loro Portfolio un esaurimento nervoso», ironizza Beppe Grillo sul suo blog Beppegrillo.it, dove ha pubblicato un bizzarro questionario di autovalutazione somministrato ai bambini di una terza elementare.

 

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