Scuole cattoliche:

ok per la riforma, male per la parità.

da TuttoscuolaNews N. 221, 21 novembre 2005

 

L'Agesc,    l'associazione   che  organizza  i  genitori  delle  scuole cattoliche, nel corso del  convegno  milanese  per  il  trentennale  di fondazione dell'associazione, ha  espresso  giudizi  di  segno  opposto sull'azione del Governo verso la scuola italiana negli  ultimi  quattro anni.

"Bene la riforma della scuola grazie alla quale la famiglia, se  vuole, può   diventare  protagonista  -  ha  detto  Enzo  Meloni,  presidente dell'Agesc:   significa  andare  oltre  la  partecipazione  degli  anni Settanta e si introduce il principio fondamentale di cooperazione.

Tuttavia, ha aggiunto Meloni "il Governo di centrodestra ha preso molti impegni tra cui anche quello di creare condizioni per  la  libertà  di scelta educativa, e su questo dobbiamo constatare che la promessa non è stata mantenuta. Così come non si  sono  attuate  vere politiche familiari".

Il ministro Moratti, intervenendo al convegno, non è intervenuto sulla critica  dell'Associazione,  e,  nell'esaltare  il  nuovo  ruolo  delle famiglie    nella  scuola  e  il  diverso  rapporto  con  l'istituzione scolastica,    ha   evidenziato  come  da  parte  di  molti  si  tenda strumentalmente a identificare  la  scuola  paritaria  come  la  scuola privata,    non    facente   parte   del  sistema  integrato  pubblico dell'istruzione, al punto che "la privatizzazione della scuola pubblica viene agitata ad ogni azione di  Governo  per  la  scuola,  ostacolando innovazioni urgenti e radicali" e si tenta di  identificare  la  scuola pubblica esclusivamente con la scuola statale.

Al convegno è intervenuto anche il cardinale  Tettamanzi,  arcivescovo di Milano che ha dichiarato che "chiedere la piena  parità  scolastica non    significa   liberalizzare  in  modo  indiscriminato  il  mercato dell'istruzione inseguendo magari modelli puramente aziendalistici. Non significa nemmeno.