Informazione, disinformazione, controinformazione:

 il Miur passa all’attacco.

Tuttoscuola, del 7/11/2005

 

La presentazione e l’attuazione della riforma Moratti è stata accompagnata nei primi tempi da una informazione ufficiale che molti hanno ritenuto un po’ troppo enfatica, poco oggettiva e molto referenziale.
Alla informazione ufficiale ha fatto eco una controinformazione, prevalentemente di fonte sindacale, dura, radicale e, secondo alcuni, molto strumentale.

In mezzo a questo ping-pong di notizie, di commenti e di interpretazioni c’era il mondo della scuola, disorientato e frastornato, e qualche volta complice e interessato.

Se si dovessero pesare le informazioni ministeriali e le controinformazioni anti-riforma dell’ultimo anno, la bilancia penderebbe decisamente a favore di queste ultime per la loro continuità e puntigliosità. Uno dei documenti più duri contro la riforma Moratti è "Il punto sull’attuazione della legge 53/’03" che la Cgil-scuola ha messo in linea il 1° settembre scorso (www.flcgil.it) per approfondire in 27 schede i punti controversi della riforma.

E proprio contro quel documento ora il Miur, senza mai citarlo, passa alla controffensiva con un ampio controinformazione dal titolo eloquente "Quante bugie sulla scuola. Ecco le risposte del Ministero: in risposta ad errate e strumentali affermazioni ed interpretazioni di provenienza sindacale, relative ai temi e alle questioni di seguito indicate, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, nel rispetto della verità e della corretta informazione, precisa":
Tutor, libri di testo, indicazioni nazionali, portfolio, anticipi, piani di studio, tempo pieno, alternanza scuola-lavoro, obbligo scolastico, organici, secondo ciclo..: il documento rivede punto per punto le "tesi" cigielline e le confuta una per una, premettendo ogni volta "è stato erroneamente sostenuto che..." e facendo seguire "il Miur risponde...".

A ben guardare, quella del ministero non sembra soltanto una tardiva informazione fornita alle scuole sui punti più caldi e complessi della nuova riforma, quanto piuttosto una specie di controffensiva che ha il sapore di una dichiarazione di guerra dagli sviluppi imprevedibili (o quasi).