L'accelerata di viale Trastevere.

da ItaliaOggi dell'1/11/2005

 

La riforma della secondaria superiore italiana non partirà, come è noto, prima del 2007-2008. Un periodo di tempo ragionevole per risolvere questioni lasciate in sospeso e per ripensare nei dettagli quel canale dell'istruzione e della formazione professionale che il decreto sul secondo ciclo appena approvato lascia nel vago (dalle nuove figure professionali agli standard minimi relativi alle competenze di base linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche degli studenti nonché a quelli relativi a strutture e a servizi). Del resto anche sui tempi di attuazione della sperimentazione, le dichiarazioni rilasciate da Letizia Moratti in sede di conferenza unificata e formalizzate nell'ormai noto comma 4 dell'articolo 27 erano sembrate rassicuranti: nessuna sperimentazione prima della ´definizione di tutti i passaggi normativi propedeutici all'avvio del secondo ciclo'. Tra questi, e per limitarsi ai licei, la confluenza di oltre 40 vecchi indirizzi nei 17 nuovi con conseguente ripensamento dell'intera rete scolastica; la ridefinizione dei titoli e degli sbocchi professionali previa revisione del dpr 328/01 sulle professioni; l'incremento del 20% della quota oraria dei piani di studio rimessa all'autonomia scolastica nell'ambito degli indirizzi definiti dalle regioni (articolo 27, comma 1, lettera c). Questione, quest'ultima, resasi ancor più spinosa dal fatto che le indicazioni contenute negli allegati del decreto sul secondo ciclo e relative a Osa (Obiettivi di studio e apprendimento) e quadri orari non solo non contemplano alcuno spazio da riservare a quelle quote ma contraddicono l'articolo 7 della legge 53/2003 in base al quale si stabilisce che le indicazioni debbano essere emanate con un regolamento ministeriale e non decretate insieme agli ordinamenti dei cicli.
E tuttavia il dicastero di viale Trastevere, al di là delle dichiarazioni d'intenti, riprende adesso a scalpitare. Aprile si avvicina, con esso le elezioni e un possibile passaggio di consegne tra maggioranza e opposizione. La riforma, anche nella sua veste sperimentale, deve partire al più presto e per questo il Miur chiama i tavoli tecnici di ministero e regioni a definire, entro il prossimo 30 novembre, le tabelle di confluenza dei percorsi di istruzione secondaria superiore previsti dal vigente ordinamento nei nuovi indirizzi liceali, da assumere quale riferimento di massima per la programmazione della rete scolastica di cui all'articolo 138, comma 1, lettera b) del decreto legislativo del 31 marzo 1998, n. 112. Quanto alle regioni, affida loro il compito di riprogrammare la nuova rete scolastica entro il 31 dicembre prossimo. Non si è trattato di una sorpresa né di un improvviso colpo di mano: a parlar chiaro, infatti, è lo stesso comma 3 dell'articolo 27 relativo all'attuazione del capo II e del capo III del decreto legislativo del 17 ottobre.

Un'ennesima corsa contro il tempo, quella del ministero dell'istruzione, che lascia presagire la volontà di anticipare la sperimentazione e di consentire alle scuole di offrire a genitori e alunni, già a partire dalle preiscrizioni calendarizzate per gennaio, nuove ancorché incerte proposte. Il Miur, infatti, non si è ancora espresso in merito alla riconversione degli attuali percorsi dell'istruzione tecnica e professionale in altrettanti indirizzi liceali. Né tutte le regioni hanno ancora definito il quadro ordinamentale del sistema dell'istruzione e della formazione professionale che compete loro in base al nuovo titolo V della Costituzione. Difficile indovinare quale offerta formativa le scuole saranno in grado di proporre in tempi così brevi.