L’ora di religione è resa obbligatoria?
Giorgio Veneziani La Tecnica della Scuola del
25/11/2005
Fuoco di sbarramento della Flcgil avverso il
Decreto legislativo n. 276 sulla scuola secondaria. La Flcgil ricorre
al Tar, diffida il Consiglio dei Ministri, minaccia il ricorso alla
Corte Costituzionale.
Fuoco di sbarramento della Flcgil avverso il
Decreto legislativo n. 276 sulla Scuola secondaria, nel quale, secondo
la Flcgil, “si rende, di fatto, obbligatoria la scelta fra
l’insegnamento della religione cattolica o di un’attività
alternativa”.
Segue la risposta del Ministro Moratti che non convince il sindacato
confederale, anzi gli fornisce ulteriore spunto per criticare
l’impianto della riforma.
Ricostruiamo, in sintesi, la vicenda, partendo dal decreto n. 276 (e
dal comunicato della Flcgil del 17 novembre 2005, a cui ha fatto
seguito la risposta del Ministro Moratti) che prevede, per i licei:
• insegnamenti obbligatori per tutti
• insegnamenti obbligatori a scelta dello studente
• insegnamenti facoltativi
La frequenza di religione, sostiene la Flcgil, è obbligatoria solo per
chi sceglie tale materia e dovrebbe essere collocata tra le “attività
ed insegnamenti facoltativi”. Inserirla invece tra gli insegnamenti
obbligatori. “significa tornare indietro di 20 anni quando lo studente
poteva chiedere la dispensa”.
Risponde il Miur:”Per chi non sceglie religione vale quello che vale
per chi chiede di essere esonerato da scienze motorie e sportive”.
Ribatte la Flcgil: “Scienze motorie e sportive” è una disciplina che
esisterà solo nei nuovi licei dal 2007. Oggi è prevista “educazione
fisica” che è insegnamento obbligatorio.
Uno studente può chiedere l’esonero solo da alcune attività o
esercitazioni, ma non dalla frequenza dell’insegnamento, perché esso
comprende “attività di organizzazione e di regolamentazione eseguibili
da tutti, nonché contenuti teorici e culturali quali le informazioni
fondamentali sulla tutela della salute e sulle prevenzioni degli
infortuni”.
In altre parole, non frequentare religione o l’attività alternativa
implica “ una penalità di 33 ore di assenza”.
Ma, questo comporterà, secondo la Flcgil, in base al nuovo
ordinamento, il superamento del 25% del monte ore di lezione e la
bocciatura automatica dello studente.
Risponde la Moratti: “Non è vero che ciò che è facoltativo diventa
obbligatorio. Nulla è cambiato per quanto riguarda l'insegnamento
della religione o lo svolgimento delle attività alternative'. Il
ministero spiega che l'ora di religione diventa obbligatoria nel
momento in cui lo studente abbia operato la scelta in tale direzione,
come accadeva prima della riforma. Quanto al tetto delle assenze, si
calcola solo sulle materie scelte dallo studente: per coloro che non
intendono avvalersene la mancata fruizione dell'insegnamento della
religione non verrà considerata assenza dalle lezioni”.
La Flcgil, per niente convinta della spiegazione fornita dal Ministro
Moratti, annuncia il ricorso al Tar, diffida, con comunicato del 24
novembre 2005, il Consiglio dei Ministri perché modifichi “…con
urgenza quella parte del Decreto legislativo sulla secondaria nella
quale si rende, di fatto, obbligatoria la scelta fra l’insegnamento
della religione cattolica o di un’attività alternativa”, e conclude:
“Se continueranno furbizie e forzature la nostra azione continuerà
fino ad investire la Corte Costituzionale.
La vicenda, a essere prudenti, sembra lontana da una conclusione
concordata.