Duecentomila precari in meno nell'arco di sei anni: è lo studio presentato dal sindacato Gilda in un libro bianco: "E la qualità dell'istruziono ci guadagna".

"Basta con la scuola dei supplenti

si può assumere risparmiando".

di Salvo Intravaia, la Repubblica del 30/11/2005

 

Assumere 200 mila insegnanti, nell'arco di sei anni, risparmiando un miliardo di euro? Non è lo scherzo del burlone di turno, che mette in giro vere e proprie leggende metropolitane, o la solita promessa preelettorale sulla pelle dei supplenti della scuola. La proposta arriva dalla Gilda degli insegnanti, che pubblica il 'Libro bianco sul precariato docente': un opuscolo di una settantina di pagine scritto da un gruppo di docenti, coordinato da Antonio Antonazzo.

Negli ultimi dieci anni, di libri bianchi se ne sono visti parecchi in giro, ma questo contiene una interessante proposta: eliminare d'un colpo il precariato della scuola, non a costo zero, ma addirittura con un risparmio di spesa. Sembra un miracolo, ma la Gilda lo dimostra con tanto di cifre e Piano pluriennale di assunzioni a partire dall'anno 2005/2006. A patto che per precariato si intendano, al momento, i 170 mila supplenti (con contratto fino al 31 agosto e fino al 30 giugno) che affiancano i colleghi di ruolo nel portare avanti il baraccone scuola che, mai come adesso, fa acqua da tutte le parti. Se si pensa che attualmente nelle graduatorie dei precari (le cosiddette permanenti) sono iscritti 315 mila docenti, assumerne 200 mila sarebbe un buon passo in avanti. Ma se tutto questo è possibile perché non è stato ancora fatto? "Perché - risponde Alba Sasso (Ds), componente della commissione Cultura e istruzione alla Camera - la logica di questo governo è stata quella di tagliare gli organici e precarizzare il lavoro. Una scuola atomizzata che di fatto blocca l'Autonomia". Già, gli oltre 170 mila supplenti che ogni giorno entrano in aula verrebbero lasciati nel limbo di 'una vita da precariò perché il fine sarebbe quello di tagliare ancorasul personale della scuola pubblica.

 

Intanto il sindacato di corso Trieste spiega che 'il miracolo è possibile'. Basta volerlo. In sei anni, gli insegnanti che andranno in pensione saranno 165 mila - fra dieci anni, secondo la stima dello stesso ministero dell'Istruzione, saranno 245 mila - se a questi si aggiungono circa 54 mila posti vacanti, occupati attualmente da supplenti, ecco che la proposta comincia a essere più nitida. Ma com'è possibile assumere risparmiando? I neoimmessi in ruolo avrebbero ovviamente un'anzianità di servizio - il cosiddetto preruolo, pari a 3/8 anni - di gran lunga inferiore a chi lascerà la cattedra con 28/34 anni di lavoro alle spalle. Il risparmio legato alle minori retribuzioni degli assunti, secondo il piano Gilda, è stato stimato in 1,3 miliardi di euro cui occorre aggiungere circa 34 milioni di risparmi - l'1,61 per cento dello stipendio di ogni supplente - che lo stato versa all'Inps. Quota che non verserebbe più in caso di assunzione. Certo i neoimmessi in ruolo riscatterebbero gli anni di precariato, ma costerebbero 477 milioni di euro in sei anni.

"Questa proposta, seppure forte, è un buon punto di partenza - commenta la Sasso - Il prossimo governo dovrà certamente affrontare la questione precariato, perché l'autonomia scolastica ha bisogno di organici stabili". Mentre oggi 14 insegnanti della scuola su 100 sono precari: una percentuale mai raggiunta negli ultimi vent'anni. Nel meccanismo predisposto dalla Gilda è prevista l'assunzione di una parte dei docenti con assegnazione immediata della sede definitiva, mentre un'altra quota, anno per anno, avrebbe l'assunzione 'differita': con assegnazione di una sede provvisoria e 'congelamento' della posizione in graduatoria permanente fino a quando (dopo un paio di anni) non scatterà l'assunzione definitiva. Questo regalerebbe ad un gran numero di docenti la tranquillità cercata per anni e potrebbe contribuire ad innalzare la qualità della scuola.

La restante parte, i giovanissimi, dovrebbe solo aspettare perché in base alla riforma Moratti, in futuro, l'accesso all'insegnamento avverrà attraverso i corsi universitari a numero chiuso: 3 anni di laurea, 2 di specializzazione e 2 di tirocinio. Così le prossime graduatorie non conterranno più migliaia di aspiranti, ma poco più di quelli che serviranno alla scuola italiana.