A scuola fino a 18 anni Stage anche per i liceali. Il governo: diritto-dovere all’istruzione e alternanza con il lavoro L’opposizione: «Costituzione violata, così scompare l’obbligo» di G. Ben. da Il Corriere della Sera del 25/3/2005
ROMA - Diritto e dovere all’istruzione e alla formazione fino a 18 anni, dunque esteso per 12 anni. Possibilità per tutti - compresi i liceali - di alternare alla scuola periodi di formazione in imprese, enti pubblici e privati, mondo del volontariato. Il consiglio dei ministri ha varato altri due pezzi della riforma Moratti: il nuovo obbligo scolastico e formativo e l’alternanza scuola-lavoro. Restano da approvare due decreti legislativi: la formazione specialistica dei prof, già in Parlamento, e la nuova scuola superiore, in preparazione. La delega al governo, già prorogata, scadrà a ottobre. L’opposizione protesta: scompare l’obbligo scolastico, violata la Costituzione. DODICI ANNI - Nell’anno scolastico 2007-8, quando la riforma del nuovo obbligo andrà a regime, si dovrà restare comunque sui banchi fino a 18 anni, se non si è raggiunto nessun obiettivo. L’obbligo scolastico-formativo potrà essere soddisfatto anche a 17 anni, se si ottiene una qualifica triennale al termine di un corso di formazione professionale. Le sanzioni amministrative e penali per chi non frequenta verranno estese progressivamente fino alla maggiore età. Quest’anno sono soggetti a sanzioni i genitori dei ragazzi del primo superiore usciti dal circuito di istruzione e formazione. Tra un anno l’obbligo coinvolgerà i ragazzi del secondo anno, fino a 16 anni e poi, nel 2006-2007, quelli di 17 e così via.
IL MINISTRO
- «Il decreto - ha detto il ministro Letizia Moratti - eleva l’obbligo
all’istruzione e alla formazione per tutti dai 9 anni precedenti a 12.
L’innalzamento del livello di scolarità avrà effetti positivi sui
singoli studenti e più in generale sul sistema Paese. Tutte le
statistiche concordano sul fatto che a livelli di istruzione e
formazione più elevati corrispondono posti di lavoro più qualificati e
più remunerati. Secondo l’Ocse ad ogni anno di istruzione e formazione
in più corrisponde un punto in più del Pil». EVASIONE - «Nel 2005-2006 avremo oltre 30.000 ragazze e ragazzi in più nel sistema scolastico e formativo, che si aggiungono ai 90.000 già reinseriti», ha dichiarato il ministro. Da tre anni è possibile iscriversi, in via sperimentale, a un corso di formazione professionale a 14 anni e non a 15. Per la Moratti questo ha salvato decine di migliaia di ragazzi, con una scarsa vocazione per gli studi teorici, dall’insuccesso e dall’evasione. OPPOSIZIONE - «Scompare l’obbligo scolastico sostituito da un più labile concetto di diritto-dovere», protesta Alba Sasso (Ds), mentre per Maria Chiara Acciarini (Ds) si tratta di «una grave violazione della Costituzione». Albertina Soliani (Margherita) rileva come «i due decreti indeboliscono l’asse dell’istruzione, anticipando per gli adolescenti lo scivolamento verso il lavoro e consolidando le differenze sociali». «Si dice una bugia colossale - avverte Enrico Panini (Filt-Cgil) - per cui il decreto appena approvato porterebbe l’obbligo a 18 anni per tutti, quando nel 2003 è stata abrogata una legge, approvata nella precedente legislatura, che innalzava l’obbligo al primo anno della scuola superiore, riportandolo alla fine della terza media ed è stata cambiata la Costituzione immiserendo il valore di obbligo scolastico». |