I docenti dell’Istituto d’arte invitano Accademia di Belle Arti e Iuav alla protesta. «Con la legge Moratti l'istruzione artistica rischia di morire o di essere snaturata». di Yuri Calliandro, da Il Gazzettino di Venezia del 10/3/2005
L'istruzione artistica italiana, stando alla bozza del decreto legislativo di attuazione della legge Moratti per il secondo ciclo della scuola, rischia di morire o nel migliore dei casi di essere snaturata. E' l'allarme lanciato dal collegio docenti dell'Istituto d'Arte di Venezia, secondo cui nel nuovo sistema del "doppio canale", con la creazione dei due percorsi paralleli dei licei e degli istituti di istruzione e formazione professionale di competenza regionale, "non trova riscontro la peculiarità degli attuali istituti statali d'Arte". A giudizio dei docenti "mai la specificità delle attuali sezioni delle arti applicate degli Isa (vetro, decorazione pittorica, ceramica, tessuto, oreficeria, architettura, stampa, decorazione plastica) potrebbe, nemmeno in parte, trovare spazio nei corsi triennali o quadriennali regionali dell'istruzione e formazione professionale, che sviliscono l'aspetto culturale e progettuale delle Arti Applicate" poiché destinerebbero alla formazione vera e propria soltanto 15 ore settimanali. "Altre sezioni - proseguono i docenti - potrebbero trovare collocazione negli indirizzi del previsto Liceo Artistico", ma ad un'analisi dei quadri orari e delle discipline, il collegio sostiene che con il nuovo ordinamento di studi anche l'attuale liceo artistico "sarà completamente snaturato". Pertanto il collegio esprime "la sua totale contrarietà a tali ipotesi di "Riforma" che distruggono la cultura e l'istruzione artistica in un paese che da solo possiede i 4/5 del patrimonio artistico mondiale" e si chiede allarmato "quale potrà essere il futuro per i giovani che con passione vorranno avvicinarsi al mondo delle arti", invitando infine i colleghi del liceo artistico, i docenti dell'Accademia di belle arti e dello Iuav e l'opinione pubblica in generale "ad un momento di riflessione comune e di protesta". |