L'intervento. Riforma della scuola superiore e sistema economico. di Gaetano Marangoni* da Il Gazzettino di Venezia del 21/3/2005
Sulla riforma della scuola secondaria, Confindustria Veneto ha una preoccupazione e fa un auspicio. La preoccupazione è che la riforma mortifichi il ruolo dell'istruzione e della formazione tecnica rendendo meno attrattiva per i giovani e le famiglie questi indirizzi. L'auspicio è che la riforma, oltre a rendere integrato il sistema dell'istruzione e della formazione con l'impresa ed il lavoro, sappia far evolvere il sapere tecnico verso contenuti più scientifici e tecnologici, mantenendo, anzi qualificando l'aspetto professionalizzante e lo sbocco verso il mercato del lavoro. In Veneto, i quadri intermedi delle aziende provengono principalmente dagli istituti tecnici; diventa perciò strategico per l'intero sistema produttivo-economico l'incentivare un certo tipo di formazione scolastica. Nonostante la qualificata offerta di molti istituti tecnici e professionali della nostra regione, già da qualche tempo l'orientamento delle famiglie e dei giovani, accompagnato dalla perdurante crisi demografica, ha reso meno popolosa la presenza di giovani nell'area della conoscenza tecnologica, tecnica e professionale, creando forti tensioni nel mercato del lavoro.
La riforma del secondo ciclo del sistema educativo e formativo avrà ricadute dirette e significative sul sistema produttivo ed industriale italiano. Da questa riflessione, realizzata anche con il concorso degli operatori della scuola e della formazione professionale, è nata la proposta veneta sui Licei tecnologici e sui Poli tecnologici: in essa, noi abbiamo chiamato gli istituti tecnici e professionali, licei tecnologici e professionali ad indirizzo. Questo per garantire, con la dizione "liceo", pari dignità e pari valore culturale ai tre filoni. Il modello di riferimento è la Francia ove vi sono tre licei: generalisti, tecnici e tecnologici con 6 indirizzi, professionali con ben 53 indirizzi). La pari dignità, anche evocativa, della denominazione "liceo" non impedisce, anzi presuppone e dispone modelli curricolari profondamente diversi fra loro.
Nella nostra area, ma ritengo anche in tutto il Paese, è fortemente auspicabile una riduzione dei licei generalisti ed un forte aumento di quelli tecnologici e di quelli professionali. Una recente stima di Confindustria riterrebbe auspicabile che i licei tradizionali si attestassero attorno al 25% dell'offerta, i licei tecnologici attorno al 35%, la formazione professionale attorno al 40%. Un sistema siffatto potrà costituire una efficace risposta alle esigenze del sistema economico complessivo ed alle esigenze di una maggiore occupabilità dei giovani, coerente fra studi ed impieghi.
Su invito della stessa Direzione scolastica regionale abbiamo in questi mesi realizzato uno studio di definizione di quattro profili professionali, ritenuti centrali dalle imprese venete, e - con l'aiuto di dirigenti scolastici e docenti - abbiamo steso un piano formativo utile a fornire le competenze che il sistema produttivo richiede ai profili professionali individuati: il meccatronico, l'operatore in edilizia e territorio, il tecnico informatico, il tecnico per il settore dell'energia e degli impianti. Sono profili che servono ad un elevato numero di imprese, considerata sia la trasversalità di alcuni di essi che la specificità di altri.
Il dibattito sulla riforma della Secondaria investe anche il ruolo dello Stato e delle Regioni. Opinione prevalente in Confindustria Veneto è che i canali (istruzione e formazione) debbano rimanere unitari, pertanto allo Stato il compito di definire l'architettura e gli standard minimi dei programmi didattici, alle Regioni la gestione del personale ed il coordinamento dell'organizzazione didattica di tutte le scuole secondarie, non solo di quelle professionali o tecniche. L'altro principio che va chiaramente difeso ed affermato è l'autonomia dei singoli istituti scolastici e la loro integrazione con il territorio. La formula vincente dell'integrazione potrebbe essere quella dei "poli tecnologici" che ricomprendono - non necessariamente in una formula logistica unitaria - i licei tecnologici ed economici, gli istituti professionali, l'istruzione tecnica superiore, la formazione continua, la ricerca industriale.
* vice presidente Confindustria Veneto |