LA RICERCA

Una ricerca della Fondazione Agnelli sulla scuola.

Quattro prof su cinque "Rifarei questo mestiere".

In Piemonte più insegnanti maschi rispetto alla media nazionale.

di Tiziana Catenazzo, da la Repubblica del 9/3/2005

 

Cosa pensano gli insegnanti della scuola, e in particolare, che giudizio danno dell'autonomia scolastica e della parità? Una ricerca nazionale, cofinanziata dal Miur e presentata alla Fondazione Giovanni Agnelli (condotta da Luisa Ribolzi dell'Università di Genova), ha rivelato il livello di consapevolezza dei docenti italiani, la loro motivazione e il loro «grado» di identificazione nella professione, ma soprattutto ha chiarito che le conoscenze degli insegnanti - rispetto all'introduzione e all'applicazione dell'autonomia e della parità nella scuola italiana - sono appena sufficienti, confuse. Il direttore scolastico regionale Anna Maria Dominici, che ha preso parte al convegno: «Autonomia e parità - ha spiegato - sono strumenti efficaci per rinnovare la scuola italiana, ma richiedono, specie da parte degli insegnanti, confronto critico, condivisione, e capacità di rimotivarsi. In Piemonte il sistema della scuola pubblica non statale risponde alla logica di integrazione, ed è un´alternativa vera per le famiglie che desiderano questo tipo di offerta, con la garanzia degli obiettivi formativi della scuola pubblica. Anche l'autonomia comincia a dare risultati interessanti premiando le scuole che meglio ne hanno saputo cogliere le potenzialità, presentando offerte rispondenti ai fabbisogni locali».

Ma ecco i risultati della ricerca ottenuti su scala regionale dal sociologo dell'educazione Lorenzo Fischer: «C'è una significativa sovrarappresentazione della secondaria superiore (gli insegnanti sono il 47%, contro il 40% del resto d'Italia), e una maggior presenza maschile. In Piemonte i motivati "delusi" sono il 3% (contro il 5% del resto d'Italia), e i "non motivati non adattati" il 13% (contro il 10% nazionale). Ma i 4/5 dei nostri docenti dice che rifarebbe l'insegnante. Un'altra nota importante è questa: per indicare le scuole statali e non statali, sono più numerosi quelli che scelgono la dizione "pubblica/privata" (il 57%, contro il 51% nazionale), mentre quattro su dieci ha scelto la dizione "laica/religiosa". Ed è più accolta la considerazione che «la scuola paritaria è stata una concessione politica ad una parte minoritaria della società e il sistema scolastico nel suo complesso non ne avrà vantaggi», mentre nel resto d'Italia ha più successo l'affermazione che «la scuola paritaria è contraria al dettato costituzionale, sottrae risorse alle scuole statali; è probabile si creino due tipi di scuole una di serie A una di serie B».

Insomma, anche nei test scritti, docenti "sabaudi" secondo i ricercatori: prudenti, realistici e pacati, poco propensi a cullarsi su posizioni ideologiche o su vecchi stereotipi. Docenti poco preparati sull'autonomia, magari, e più sul buon senso.