Docenti. Ddl status giuridico, si protesta. da ItaliaOggi del 2/3/2005
Nuovi emendamenti sul ddl sullo status giuridico dei docenti universitari, con la decisione di trasformare la delega in legge ordinaria, ma la protesta degli atenei non si placa. Manifestazioni, sit-in e conferenze stampa sono state indette per oggi in tutta Roma e da tutti gli organi che rappresentano il variegato, ma questa volta unito, mondo universitario. Una sola voce per dire no al testo di riordino sulla docenza universitaria sul quale la maggioranza è ancora al lavoro per apportare modifiche che siano maggiormente in linea con quanto chiedono rettori, professori e ricercatori. Ieri il relatore al ddl, Mario Pepe (Fi), ha presentato una nuova tranche di modifiche che si aggiunge a quelle già illustrate la settimana scorsa. Tra le novità si può scorgere l'utilizzo della legge ordinaria per disciplinare lo status giuridico dei docenti e il mantenimento della delega soltanto per quello che riguarda le norme sul reclutamento. Mentre gli altri, per ammissione dello stesso Pepe, non fanno altro che "accorpare le precedenti proposte di modifica che avevo presentato la settimana scorsa". Secondo il deputato di Forza Italia, infatti, le critiche sollevate in ambito politico dall'opposizione e alimentate dal mondo universitario non fanno che interpretare in modo strumentale il progetto di riforma. "Il provvedimento consente ai ricercatori di raggiungere l'idoneità scientifica nazionale per il passaggio alla qualifica di professore associato", spiega Pepe. Ma le università non sono convinte e non sono disposte a retrocedere di un passo. La giornata si svolgerà su più fronti. La Crui, conferenza dei rettori, ha convocato un'assemblea straordinaria con annessa conferenza stampa in occasione della quale si farà il punto sulle iniziative da intraprendere per scongiurare l'approvazione della legge così come è stata formulata dalla camera. Un incontro con la stampa è stato promosso anche dai sindacati, dalle organizzazioni dei docenti e dei ricercatori per ribadire che ´il provvedimento non ha recepito nessuna delle osservazioni avanzate dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni della docenza universitaria' e che quindi deve essere ritirato. Intanto al senato, con meno scalpore, prosegue l'esame per la conversione in legge del decreto che prevede l'obbligo per gli atenei di comunicare entro il 31 marzo prossimo il proprio piano finanziario e la possibilità per i ricercatori in servizio di essere confermati dopo un anno e non dopo gli attuali tre, potendo godere in tal modo di un aumento di stipendio. L'esame in aula è cominciato ieri. |