L'Italia non conosce merito nei salari. di Benedetta P. Pacelli, da ItaliaOggi del 22/3/2005
L'Italia è indietro rispetto ai colleghi europei per quanto riguarda il sistema stipendiale. Gli altri paesi negli ultimi anni hanno realizzato interventi significativi per migliorare la figura dei docenti e adeguarne i salari, mentre non si può dire che lo stesso sia avvenuto nel nostro paese, afferma Eurydice. Gli stipendi del personale rappresentano la parte più consistente dei budget destinati all'istruzione ma il loro livello e il modo di stabilirli è estremamente variabile da un paese all'altro. Il rapporto propone un confronto tra il livello minimo e massimo degli stipendi, constatando che la comparazione degli stipendi in funzione del potere d'acquisto mostra che per i paesi dell'Unione il livello degli stipendi di base minimi è simile, a parte alcune eccezioni. Grecia, Irlanda, Svezia e Islanda presentano i livelli più bassi, Germania Lussemburgo e Liechtstein i più alti. Due sono gli approcci rispetto al trattamento economico: lo stipendio base più dei bonus, per ricompensare gli insegnanti che hanno responsabilità supplementari al lavoro in classe. L'altro approccio adotta una definizione diversa delle attività degli insegnanti, che va oltre le ore trascorse in classe. Dunque stipendi legati a una descrizione dei compiti che lascia spazio alla differenziazione. Gli insegnanti belgi, tedeschi e austriaci non sono mai pagati per responsabilità supplementari di cui si fanno carico, nonostante i primi due paesi rientrano tra quelli che presentano una definizione più restrittiva di orario di lavoro. Al contrario, tutti i paesi che hanno una definizione più ampia concedono una remunerazione supplementare per almeno alcuni dei compiti. Questa decisione viene sempre presa a livello centrale eccetto che in Svezia e Norvegia, dove è presa a livello locale. Perciò, tutti gli insegnanti non sono necessariamente pagati nello stesso modo. In quasi tutti i paesi le autorità centrali dell'educazione determinano gli stipendi di base e le strutture della scala salariale, tranne in Svezia, in cui vige un sistema decentralizzato. È naturale che la decentralizzazione può creare situazioni in cui gli insegnanti non percepiscono lo stesso stipendio pur avendo le stesse qualifiche. Quasi tutti i paesi hanno portato avanti processi di riforma per legare la retribuzione anche al merito, alla formazione, ai titoli conseguiti nel corso della carriera. In molti paesi, per esempio, i corsi di aggiornamento sono stati resi obbligatori per l'avanzamento in carriera. Fanno eccezione l'Italia, dove l'elemento preponderante di crescita dei salari è l'anzianità di servizio, in compagnia di Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Austria, Finlandia, Scozia, Islanda e Liechtenstein. |