DIPENDENTI PUBBLICI - 1 Alemanno: più fondi alla competitività Statali, mossa di Baccini «Chiudere a 100 euro». Il ministro: accordo prima del voto. Calderoli dice no di Roberto Bagnoli da Il Corriere della Sera del 29/3/2005
ROMA - Si fa più forte l’asse An-Udc per chiudere prima delle elezioni regionali il contratto degli statali per circa 3,5 milioni di lavoratori. E per rafforzare il decreto sulla competitività aggiungendo un miliardo di euro all’anno come ha chiesto il ministro dell’Agricoltura Gianni Alemanno. Il ministro della Funzione pubblica Mario Baccini mette sul tavolo della trattativa 5 euro in più al mese toccando così la soglia critica di 100 euro. La proposta congiunta sui contratti sarà messa a punto in un incontro ai massimi livelli tra gli esponenti del partito di Gianfranco Fini e quello di Marco Follini che si terrà domani pomeriggio all’Hotel Plaza nel centro di Roma. Prevista la presenza anche di Forza Italia. Le reazioni non si sono fatte attendere. La Lega, con il ministro delle Riforme Roberto Calderoli, ribadisce il «niet» del suo partito ricordando che i contratti privati sono stati chiusi a 93 euro al mese. La Cgil chiede la convocazione e definisce queste uscite governative un «assurdo mercimonio pre-elettorale». Per Savino Pezzotta, leader della Cisl, è un «no comment» anche se i suoi parlano di un «passo avanti». Più ottimista Luigi Angeletti (Uil): «Ci convochino subito, si può chiudere in poche ore». «L’assemblea di domani di An e Udc - spiega Baccini - ha l’obiettivo di formulare la proposta definitiva, come mediazione tra l’offerta del governo e le richieste delle parti sociali: si può ragionare sui 100 euro». La partita, come è chiaro ormai da tempo, è tutta politica e ancora in salita. Baccini la sintetizza con una frase ad effetto: «La devolution sta alla Lega come il contratto degli statali sta all’Udc, per noi è una emergenza, una priorità politica». Il paragone con la devolution fa sorridere Calderoli che non si smuove di un millimetro. «Primo perché i dipendenti pubblici - argomenta il ministro - sono più numerosi al Nord che al Sud, in secondo luogo perché nel programma della Casa delle libertà non c’è nessun riferimento agli statali». Calderoli spiega la posizione della Lega: «Non ne facciamo una questione pregiudiziale ma di risorse, ogni euro in più nella busta paga di uno statale costa 60 milioni di euro al mese, i sindacati o il governo ci devono dire dove andiamo a prenderli». La convergenza di An con l’Udc si verifica anche su come trovare il miliardo aggiuntivo da mettere sul piatto delle competitività. Il ministro Alemanno torna sulla sua proposta di varare la «regolarizzazione dei contributi previdenziali» trovando piena intesa col collega Baccini. Ma le difficoltà politiche emergono subito dalle altre anime della maggioranza. Per il forzista Giuseppe Vegas, sottosegretario all’Economia e «tecnico» della Finanziaria, questa «non è la strada giusta perché le sanzioni possono intaccare l’equilibrio del sistema previdenziale». Per lui l’unico modo per aumentare la competitività del sistema è schiacciare l’acceleratore sulle «liberalizzazioni». Così Calderoli secondo il quale «non si può andare avanti con le una tantum, l’Europa ci riderebbe dietro». |