Scuola - Cosenza.

Impronte per le presenze? E' polemica.

 

 di Serena Medici da La Sicilia del 21/3/2005

 

Cosenza. Ha introdotto un lettore di impronte digitali per verificare le presenze a scuola dei professori e del personale non docente, ma ha incontrato la resistenza di un sindacato, il Sab, che, invocando la tutela della privacy, ha chiesto a gran voce che il provvedimento fosse sospeso.

Protagonista della vicenda è Luigi Reda, preside dell'istituto professionale Mancini di Cosenza, una scuola divisa in quattro plessi, alla quale sono iscritti un migliaio di studenti e nella quale lavorano 140 insegnanti e 50 tra amministrativi e tecnici. Reda, che definisce «pretestuosa» la protesta, ha confermato e ribadito la bontà della sua decisione, confermando, comunque, di avere sospeso il procedimento in attesa di una decisione dell'Authority per la privacy.

«A mio avviso – ha spiegato Reda – non è andato giù il controllo, in qualsivoglia modo. Questo delle impronte è un po' più particolare e si è puntato su questo». Reda ha quindi ripercorso la trafila seguita. «Ho discusso con la Rsu – ha spiegato – nel luglio del 2004, quindi ho informato il consiglio d'istituto a settembre e le macchinette sono state installate a gennaio. A marzo, ho comunicato, senza ordine di servizio, l'avvio dell' utilizzo. C'è stato tempo per riflettere. Evidentemente non è bastato. Le innovazioni, purtroppo, di qualsiasi tipo siano, sconvolgono un po' il tran tran. Non riesco a capire qual è il rischio. Uno si dovrebbe preoccupare più di lasciare la firma, come succede con il registro di presenza, perchè è più facile che si possa falsificare piuttosto che andare a rivelare un'impronta, che tra l'altro non saprei come esportare. Credo che sia una cosa difficilissima, se mai si può fare, e per farne quale uso? A me la protesta sembra assolutamente pretestuosa».

«Addirittura – ha aggiunto Reda proseguendo nel racconto della vicenda – la Rsu che fa riferimento al sindacato Sab era favorevole. Ha votato sì a maggioranza, ma l'opposizione era della Cgil. Adesso è il Sab a tirare fuori la questione. I docenti non sono vincolati».

Francesco Sola, segretario generale del Sab, aderente alla Gilda-Unams, ribadisce le sue perplessità in merito al provvedimento adottato dal preside Reda: «Il dirigente scolastico – ha affermato Sola – ha sollevato la questione davanti all'Autorità per la privacy e in attesa della pronuncia ha sospeso il provvedimento. Questo, nella sostanza, si traduce in una marcia indietro da parte del dirigente».