In rivolta i docenti Avief.

E la Moratti riduce anche la ginnastica.

 di Daniele Fattori, da Il Giornale di Vicenza del 27/3/2005

 

Dopo il coro di proteste levatosi in seguito alla lettura della seconda bozza di decreto della riforma Moratti, gli insegnanti di educazione fisica della provincia di Vicenza si stanno organizzando per far sentire il loro dissenso.

La conferenza regionale dell’Avief (Associazione vicentina insegnanti di educazione fisica) di domenica scorsa è stata l’occasione per mettere a punto una serie di atti concreti, allo scopo di sensibilizzare tutte le componenti scolastiche e l’opinione pubblica, in generale.

«Rispetto alla prima bozza - spiega il prof. Sergio Cestonaro, presidente dell’Avief assistiamo ad un peggioramento della situazione, per quanto riguarda la presenza dell’educazione fisica nei piani di studio delle superiori. Nei licei viene mantenuta l’obbligatorietà di un’ora settimanale, con la possibilità di effettuare la seconda, scegliendola dall’area di scienze motorie nel monte ore opzionale-obbligatorio».

«Se prima - prosegue - vi erano tre indirizzi su cui focalizzare la scelta, ora sono diventati cinque, con l’inserimento di musica e diritto, materie che hanno il sacrosanto diritto di esserci».

«Quel che sembra ad una mia valutazione - continua Cestonaro - è che si voglia attuare una riforma partendo principalmente da un fattore di riduzione delle risorse».

- Quale valenza ha acquisito l’educazione fisica nel corso di questi anni?

«Tutti i docenti intervenuti alla conferenza regionale hanno sottolineato l’importanza della materia nel promuovere processi di socializzazione e valorizzazione degli alunni: come ad esempio l’inserimento degli alunni diversamente abili, l’integrazione degli alunni stranieri, l’aiuto agli alunni in evidenti difficoltà di relazione o di disagio socio-economico-familiare. Non solo: l’educazione fisica e sportiva, svolta in ambito scolastico, rimane in molti casi l’unico momento di attività motoria e preventiva svolta con regolarità, in particolar modo nel periodo dell’età adolescenziale.

- Quali misure pensa di adottare la categoria per sollecitare il Ministero a rivedere l’ipotesi di bozza nella parte relativa all’educazione fisica e sportiva?

«Dopo un dibattito molto ampio, come Avief, abbiamo redatto un documento sottoscritto da 150 docenti della provincia. In secondo luogo, intendiamo sensibilizzare tutte le componenti della scuola, affinché siano al nostro fianco nel promuovere iniziative di sostegno alla nostra protesta. Utilizzeremo poi le manifestazioni sportive studentesche provinciali, regionali e nazionali per fare informazione sull’argomento; qualcuno, ad esempio, ha concretamente proposto di stampare, indossare e diffondere t-shirt con la scritta "Non c’è educazione senza educazione fisica". A livello nazionale, il Capdi & Lsm (Confederazione delle Associazioni provinciali diplomati Isef e laureati in Scienze motorie) sta organizzando una manifestazione a Roma per i primi di maggio. Altre associazioni provinciali si stanno muovendo, perché il problema è particolarmente sentito in tutta Italia dai docenti di educazione fisica»."