Secondo ciclo.

Bertagna: com’era bella la mia riforma . . .

da Tuttoscuola del 5/3/2005

 

Un ampio e argomentato articolo di Giuseppe Bertagna apre il numero di febbraio di "Tuttoscuola". Il titolo è eloquente: "Istruzione e formazione professionale: una trascuratezza che si pagherà cara".

Bertagna dà praticamente per scontato che neppure la riforma Moratti riuscirà nell’impresa di affiancare ai licei un forte e competitivo sistema di formazione tecnico-professionale, malgrado la legge n. 53/2003 abbia normativamente recepito l’idea forza, da lui sviluppata sul piano teorico, della "pari dignità" del sistema di istruzione (liceale) con quello di istruzione e formazione (professionale).

 

L’articolo, ricco di argomentazioni più da economista dell’istruzione che da pedagogista, mostra con molta chiarezza la dimensione del gap che separa il sistema formativo italiano (ma anche la sua struttura imprenditoriale, la sua economia, la competitività del sistema) da quello degli altri Paesi, in Europa e nel mondo, con i quali l’Italia si trova a misurarsi in questi tempi di crescente globalizzazione dei mercati.

In tale contesto, per colmare il gap, sarebbe stato necessario (ma forse lo era già da almeno 15-20 anni...) puntare sullo sviluppo del sistema di istruzione e formazione a livello secondario (14-18 anni) e superiore (18-23 anni), mentre invece, dice Bertagna, a dispetto della stessa legge, si sta finendo per "licealizzare e universitarizzare l’istruzione tecnica e professionale anziché innalzarla, con le sue specificità, alla qualità e al prestigio tradizionalmente goduto dall’istruzione liceale e universitaria".

 

Ma chi ha la responsabilità di questa ultima reincarnazione della "coazione a ripetere gli errori" che hanno storicamente impedito all’Italia di avere un forte sistema di formazione professionale? Bertagna individua il regista occulto in una specie di superpartito della conservazione, fondato su "alleanze trasversali tra destra economica confindustriale e sinistra comunista da una parte, e burocrazia ministeriale e organizzazioni sindacali" dall’altra.