Edilizia scolastica, un quadro in movimento. da Tuttoscuola del 16/3/2005
Ogni giorno, per quasi dieci mesi all’anno, più di 8,7 milioni di persone tra alunni e personale scolastico trascorrono la loro giornata di studio e di lavoro all’interno di 41 mila edifici che accolgono scuole statali. Della sicurezza di quei milioni di persone e delle migliaia di edifici sono responsabili per legge i Comuni (per scuole dell’infanzia, elementari e medie) e le Province (per istituti superiori). Agli Enti locali (proprietari di quegli edifici) compete, infatti, per legge la conduzione e la manutenzione delle strutture scolastiche, dei servizi e degli impianti, nonché la conseguente messa a norma. Per adeguare le condizioni degli edifici alle norme attuali di sicurezza occorre, oltre alle risorse finanziarie, tempo, senza contare che di quei 41 mila edifici circa 3 mila non sono di proprietà degli Enti Locali (il 19% in Calabria, il 16% in Sicilia, il 14% in Campania, il 13% in Puglia) oppure sono vecchie strutture (soprattutto nei centri storici) con vincoli architettonici, artistici e storici. Gli Enti Locali, grazie ad una recente legge che ha prorogato i termini di messa a norma, avranno tempo fino al 30 giugno 2006 per mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Si tratta di un’operazione complessa che riguarda vari interventi: le condizioni di agibilità statica degli edifici con relativa certificazione finale; le misure di prevenzione incendi certificata dai Vigili del Fuoco; l’accertamento delle condizioni igienico sanitarie, con relativa certificazione delle Asl; l’abbattimento di barriere architettoniche nei servizi igienici, porte, scale e ascensori. Un’azione complessa e urgente che vede situazioni molto difformi sul territorio nazionale e che comunque non può assolutamente ignorare il diritto alla sicurezza di milioni di persone. Vediamole in dettaglio.
Dai recentissimi dati rilevati dal Ministero dell’Istruzione (vedi tabelle) nel settembre scorso sulle situazioni di messa a norma degli edifici scolastici risulta una situazione notevolmente migliorata rispetto a tre anni prima, ma ancora lontana dal traguardo del prossimo anno. Nel 2004 quasi il 58% degli edifici risultava in possesso della certificazione di agibilità statica (in Campania più del 78%); nel 2001 l’aveva conseguita solamente il 43%. Nel triennio 2001-2004 sono stati gli Enti locali della Sardegna a compiere il maggior sforzo di adeguamento (incremento di quasi 26 punti percentuali nella quantità di certificazioni conseguite), seguita dall’Umbria. Agli ultimi posti le scuole di Liguria, Sardegna e Calabria. Nelle migliori situazioni certificative, oltre alle scuole campane, sono quelle friulane ed emiliane. Proprio le scuole del Friuli Venexzia Giulia e dell’Emilia sono anche quelle che nel 2004 risultavano con la più alta percentuale di certificazione da parte dei Vigili del Fuoco per le norme di prevenzione incendi. Per questo tipo di certificazione, non molto facile da conseguire visti i diversi aspetti da certificare, la situazione 2004 è molto preoccupante, perché poco più di un terzo (35,34%) degli edifici scolastici dell’intero territorio nazionale risulta in possesso dell’agognata certificazione. Era comunque peggio tre anni prima, quando solamente un edificio scolastico su quattro aveva conseguito quella certificazione. A compiere un balzo in avanti più di ogni altra regione nel conseguimento di questo livello di certificazione sono stati gli Enti locali della Lombardia (quasi 16 punti percentuali di incremento dal 2001 al 2004), seguiti da quelli del Piemonte e della Sardegna. All’ultimo posti in questa situazione di bassa certificazione antincendi sono le scuole calabresi.
Edifici con certificazione di agibilità statica
Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur
Edifici con certificazione di prevenzione incendi
Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur |