Scuola Moratti dei tagli:

aveva promesso 8000 milioni di euro,

ne ha dati solo 465.

Dossier Cgil sulle risorse destinate all’Istruzione:
in 3 anni 871 milioni di euro in meno per gli stipendi e insegnanti calati di 20mila unità. In generale, si toglie al pubblico per dare alle private.

 

di Roberto Monteforte, da l'Unità del 12 marzo 2005

 

ROMA Il piano programmatico approvato nel 2003 per finanziare la legge Moratti di riforma della scuola, la 53/2003, prevede investimenti pari a 8.320 milioni di euro nell'arco di un quinquennio a partire dal 2004. Ma, allo stato attuale, lo stanziamento è di solo 465,200 milioni di euro. «Questo significa che per i primi tre anni di applicazione, il piano programmatico si esprime in termini percentuali in misura inferiore al 6%». È quanto emerge da una verifica sull’uso delle risorse destinate all’istruzione e alla conoscenza, effettuato dalla Flc-Cgil che al di là del linguaggio tecnico, analizza la logica dei tagli perpetrata dal governo. Evidenzia gli effetti disastrosi che si sono determinati sulla qualità del servizio offerto e sulle condizioni di chi nella scuola lavora. È l’«operazione verità» presentata ieri dal segretario Flc-Cgil, Enrico Panini durante le conclusioni della Conferenza di programma. Un dato emerge: le risorse destinate all’applicazione della legge 53 sono state trovate tagliando su quelle già disponibili. Lo sa bene chi deve fare quadrare i conti negli Istituti e negli atenei in bolletta, indebitati con le banche, alle prese con la tassa per la nettezza urbana da anticipare o con le spese per il riscaldamento, con i tagli alle risorse per il personale supplente. È la voce «funzionamento didattico e amministrativo» che deve fronteggiare tutte le spese correnti, dalle dotazioni librarie al materiale di cancelleria, dalle bollette ai contratti di manutenzione, per la Cgil ridotta negli ultimi anni del 44%. Non sono gli unici tagli. «In tre anni sono stati ridotti di 871 milioni di euro i fondi per gli insegnanti supplenti, una riduzione pari al 40% e tra breve le classi con insegnanti ammalati correranno il rischio di essere rimandate a casa» rileva lo studio. La scure si è abbattuta anche sui fondi della legge per la formazione: un meno 22%.

La Moratti non ha usato solo la forbice. Ha anche premiato la scuola privata. A fronte «della drastica riduzione di tutte le voci destinate alle istituzioni scolastiche statali - sottolinea il sindacato - la scuola privata beneficia di un aumento del 53,35%».

Hanno fatto cassa con i tagli sul personale. Il sindacato fa parlare i dati. «Nella scuola primaria sono stati tagliati 7.000 posti, compensati solo in parte dai 2.900 nuovi posti previsti dalla legge di riforma della scuola per gli anticipi e l'estensione dell'insegnamento dell'inglese. Nella secondaria il taglio riguarda 5.000 posti, mentre nella secondaria di secondo grado si è tagliato ancora di più: oltre 13.000 posti con la soppressione di molti indirizzi storici». La Cgil incrocia questi elementi con gli effetti, con la dequalificazione delle prestazioni rese dalla scuola pubblica: «mancata attivazione di nuove classi a tempo pieno e prolungato, aumento di alunni per classe, distruzione dei modelli didattici consolidati, azzeramento dei posti in organico di diritto per l'alfabetizzazione degli adulti».

La politica dei tagli colpisce in particolare il personale tecnico-scientifico (30mila unità in meno) essenziale per il sistema dei servizi scolastici che per la Cgil «è stato smantellato». Il prezzo lo pagano gli alunni disabili visto che per la Cgil «dal 2004 al 2005 il taglio delle spese per l'integrazione vede una riduzione del 66,22%» e dove «il 40% dei posti necessari è coperto da personale precario». La situazione non è certo rosea se si guarda al futuro. «La finanziaria 2005 prevede il blocco del tetto complessivo degli organici del personale docente per il prossimo anno. Non sarà consentito l'aumento di un posto in più per fronteggiare un maggior numero di iscrizioni, si risponde no alla richiesta di tempo scuola dei genitori. L'attuazione della legge di riforma con il suo drastico abbassamento di tempo scuola e la dismissione di molte discipline comporterà una nuova riduzione di personale». Sono i «tagli invisibili». La situazione è grave anche per università e ricerca scientifica. Sotto accusa non è solo il «blocco perentorio dei concorsi per l'assunzione di personale a tempo indeterminato e determinato», quanto i finanziamenti erogati alle private a scapito dell'università pubblica. La ricerca della Flc-Cgil conferma come la ricerca pubblica sia colpita pesantemente dai tagli voluti dalla Moratti. Il Cnr vede ridotte le sue risorse del 18% dal 2002 ad oggi.

«Nei settori della conoscenza - è il commento conclusivo di Panini - il Paese è stato portato allo sbando, nelle comparazioni internazionali l'Italia gareggia per retrocedere. Scuola, università e ricerca sono ridotti a forziere da cui attingere per finanziare le scelte più disparate». E conclude: «Il ministro Moratti è come grandine sull'uva matura, produce disastri».