Circa 350mila aspiranti docenti si contenderanno

i 200mila posti annunciati in cinque anni.

Il supplente aspetta i numeri.

Conteggi reali ancora incerti

Il ministro Moratti promette incontri con i sindacati per attuare il piano.

di Gianni Trovati, da Il Sole 24 Ore del 7/3/2005.

 

Un numero: 200mila precari. E un tempo previsto per la loro assunzione: 5 anni. Sui due pilastri dell’annuncio fatto dal ministro dell’Istruzione Moratti dopo il consiglio dei ministri di venerdì 25 febbraio il mondo della scuola discute da dieci giorni.

Numeri incerti. Il primo elemento di discussione è rappresentato dal numero di docenti precari da assumere che, riflette il segretario della Cgil Scuola Enrico Panini, «non è chiaro da dove nasca». Sapere quanti siano attualmente i precari non è impresa semplice: in attesa dei nuovi conteggi ufficiali, è possibile effettuare il calcolo partendo dagli ultimi dati disponibili, relativi all’anno scolastico 2003/2005, che nelle graduatone degli aspiranti presentano 480mila persone.

Dal conteggio, però, vanno esclusi i circa l07mila che si sono detti interessati alle sole assunzioni in ruolo: si tratta di persone che, dopo aver conseguito l’abilitazione, hanno comunque un lavoro fisso (in una scuola privata o in un’altra attività), oppure di insegnanti già in ruolo che però vogliono cambiare materia. Dall’elenco vanno poi tolti i l5mila assunti alla fine dello scorso agosto; i numeri non sono invece inquinati da chi non è più interessato all’ insegnamento, perché la propria iscrizione in graduatoria deve essere riconfermata annualmente (e le mancate riconferme sono poche migliaia)

In ogni caso, si rimane attorno a quota 350mila unità, in cui sono comprese quattro tipologie distinte in base al ‘livello’ di precariato: gli insegnanti con contratto annuale, quelli con contratto fino a giugno, chi inanella supplenze brevi e chi infine rimane a secco di ore in cattedra. Un popolo in cerca di certezze, soprattutto vista l’età media degli aspiranti alla cattedra, che sfiora i 40 anni.

Da dove nasce, allora, la stima dei 200mila? L’ipotesi della segreteria nazionale della Cisl Scuola parla di una proiezione sui pensionamenti in calendario per i prossimi anni, che dovrebbero rappresentare un flusso ben più consistente dei 18.100 all’anno cui fa riferimento la relazione tecnica allegata al decreto approvato dieci giorni fa. In effetti i docenti che oggi hanno tra i 55 e i 60 anni, e che quindi maturano i requisiti anagrafici necessari a evitare il blocco prodotto dall’ultima riforma pensionistica, sono più di l50mila. Aggiungendo una quota di personale Ata (spesso conteggiato. sia pur impropriamente, nelle assunzioni), la soglia dei 200mila si avvicina considerevolmente.

La tempistica. A margine dell’ultimo incontro fra ministero e partì sociali, che giovedì scorso si sono confrontati sui nuovi percorsi di formazione degli insegnanti, il ministro Letizia Moratti, su richiesta del leader della Gilda Alessandro Ameli, si è detta disponibile a incontrare i sindacati nel la fase di messa a punto degli strumenti attuativi del piano.

E molto ci sarà da mettere a punto, perché anche sugli annunciati tempi di assunzione dei 200mila tanti nodi restano sul tappeto. A rappresentarli basta un excursus normativo: la legge 143/2004 conteneva all’articolo 1-bis un «piano pluriennale di nomine a tempo indeterminato» nel successivo triennio (2005-2007) attraverso un decreto da adottare entro il 31 gennaio scorso. «Nel frattempo ricorda Panini — è passata la Finanziaria, che non ha stanziato fondi, ed è passato il 31 gennaio. che non ha portato alcun decreto».

«Questo significa due cose — avverte Piera Formilli, della segreteria nazionale della Cisl Scuola —: che il tempo per riassorbire i precari negli organici si allunga di due anni e che le assunzioni non possono che partire dal settembre del 2006, dato che la Finanziaria non ha messo a disposizione alcuna risorsa. In questo modo si scaricano sulla prossima legislatura gli effetti di quello che, per ora, rimane un annuncio».

La situazione, comunque, è ancora aperta, e procede su uno stretto canale tra polemica e trattativa. Tanto che la questione dei precari, assieme al rinnovo della parte economica del contratto, scaduta ormai da 15 mesi, è entrata a pieno titolo nell’agenda dello sciopero dell’intera giornata che la scuola ha in programma per il 18 marzo.