Convegno Gilda
Ancora un no all'assunzione diretta dei docenti
da
Tuttoscuola
del 10/3/2005
Ancora un "no" all’assunzione diretta dei
futuri docenti da parte dei dirigenti, nel Convegno organizzato a Roma
dalla Gilda la scorsa settimana.
I relatori hanno evidenziato i motivi che inducono a ritenere non
praticabile questa opzione per motivi di natura giuridica e
costituzionale.
Fulvio Rocco, magistrato del TAR Veneto, ha ricordato che l’art. 97
richiede che i pubblici uffici debbano essere organizzati in base ai
criteri di buon andamento e imparzialità, e indubbiamente uno dei
presupposti dell’imparzialità è l’assunzione, mediante concorso, nelle
pubbliche amministrazioni, con le eccezioni previste dalla legge.
Che l’assunzione senza concorso nel pubblico impiego debba essere
eccezione e non regola è acclarato da una lunga serie di sentenze
della Suprema Corte. Il dott. Rocco ha accennato anche al dubbio
utilizzo che si è spesso fatto dei cosiddetti "concorsi riservati",
soprattutto quando questi escludano o favoriscano eccessivamente dei
cittadini rispetto ad altri.
Pasquale Palmiero, Direttore generale dell’ARAN, invece, ha, tra
l’altro, precisato come il decreto legislativo 276/2003 abbia
introdotto nel mercato del lavoro, tra le varie flessibilità, anche la
figura giuridica dell’"assunzione diretta", modalità che ha sostituito
la mediazione degli uffici di collocamento per quel che riguarda le
aziende private e che alcune correnti di pensiero, in nome
dell’autonomia e della flessibilità, vorrebbero estendere anche al
pubblico impiego.
Secondo il coordinatore nazionale della Gilda, Alessandro Ameli, sono
legittimi i timori di una perdita proprio delle garanzie di
imparzialità con cui la Costituzione italiana ha voluto tutelare in
particolare alcune funzioni fondamentali, di cui dovevano essere
assolutamente garantite l’indipendenza e la professionalità. Non a
caso è stata dedicata particolare attenzione al ruolo della
magistratura ed a quello della docenza al fine di salvaguardarne
rispettivamente l’indipendenza di giudizio e la libertà
d’insegnamento.
Mentre il vicecoordinatore, Rino di Meglio ha concluso il dibattito
accennando alla necessità di ritrovare il legittimo orgoglio che
deriva dallo svolgimento di una funzione pubblica fondamentale al
servizio dello Stato.