La stagione dei contratti.
Statali, il Governo propone 95 euro.
Berlusconi conferma: per il pubblico impiego
aumento del 4,3%.
di Lina Palmerini, da
Il Sole 24 Ore
del 16 marzo 2005.
Il Governo offre ai dipendenti pubblici un
aumento medio mensile di 95 euro. Con questa proposta si è chiuso -
ieri a Palazzo Chigi - il faccia a faccia tra Esecutivo e sindacati
per il rinnovo dei contratti pubblici. Ora, il confronto passa in sede
tecnica, oggi si deciderà il calendario di incontri. L'incremento
offerto ieri è meno di quanto il sindacato riuscì a strappare nel
precedente biennio, quando spuntò incrementi pari al 6%, cioè circa
115 euro. Ed è proprio il passato a pesare nella vertenza di oggi,
come ha ricordato il sottosegretario Gianni Letta ai sindacati. In
sostanza, il discorso fatto alle confederazioni è stato questo: nei
due anni precedenti avete avuto molto, più che i lavoratori privati,
oggi le risorse disponibili sono quelle stanziate in Finanziaria, cioè
95 euro mensili.
L'aria, i sindacati, l'avevano fiutata già prima dell'inizio della
trattativa, dalle parole prudenti di Berlusconi: «Spero nella
ragionevolezza dei sindacati e credo che si potrà restare sul 4,3% di
aumento previsto in Finanziaria. Potremmo discutere su qualche
decimale ma è sui decimali che si tratta». Insomma, una linea
rigorista nonostante le elezioni. E nonostante il vicepremier Fini
avesse già offerto al sindacato - in autunno - un 5,1 per cento. Se lo
ricorda Savino Pezzotta: «Il premier dice il 4,3%, ma non eravamo già
al 5,1%?».
Ieri, a Palazzo Chigi, si è parlato anche dell'ipotesi di fare un
Protocollo o una pre-intesa politica, come accadde nel 2002 con il
vicepremier Gianfranco Fini, quando si concordò la cifra di incremento
totale ma scaglionandola in due tranche. Allo stesso meccanismo si sta
pensando ora, spostando parte delle risorse sulla Finanziaria 2006.
Ora si aprono i tavoli tecnici di trattativa ma il sindacato conferma
lo sciopero di venerdì.
«Ritengo che abbiamo fatto un passo in avanti. La nostra proposta è di
95 euro medi mensili, per 13 mensilità ma il confronto è a tutto
campo, anche sulla previdenza complementare», ha commentato il
ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, che si è detto
ottimista sul buon esito del negoziato. Il sindacato non intende
mollare la presa sul negoziato e punta a una stretta in tempi brevi.
Il calcolo è semplice: con le elezioni regionali vicine si può
strappare un buon contratto o - comunque - migliore che in periodi
non-elettorali. «Intendiamo utilizzare il tavolo per affrontare i
problemi aperti, dal contratto al Tfr. Lo sciopero è confermato perché
non sono maturati avanzamenti nella posizione del Governo. Le distanze
restano ampie», commenta il leader della Cgil, Guglielmo Epifani.
Punta invece su tempi stretti il segretario della Cisl, Savino
Pezzotta: «La trattativa dovrà essere chiusa in pochi giorni, non
possiamo portarla avanti all'infinito». Il fatto «nuovo», come dice il
segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo «è l'apertura di
una trattativa attesa da 15 mesi. Ora i tempi devono essere brevi
perché i dipendenti hanno diritto ai loro aumenti subito».
All'incontro di ieri sono state ribadite le cifre chieste dai
sindacati - 8% di aumento pari a più di 120 euro mensili - e le
disponibilità del Governo, 95 euro che si traducono per gli statali in
86 euro, 89 euro la scuola e 103 euro gli enti pubblici non economici
e 76 euro per gli enti locali. Aumenti che, aggiunti a quelli dei due
anni passati, arrivano alla cifra complessiva (dal 2002-2005) di 210
euro, pari al 10% della retribuzione. Con il Protocollo di Fini,
infatti, il Governo accordò al pubblico impiego aumenti di 115 euro
medi: nei ministeri l'incremento è stato di 106 euro, come nella
scuola, mentre negli enti pubblici non economici è aumentata di 128
euro e negli enti locali di 94 euro. Ora si tratta sui numeri, come ha
invitato Letta: «Basta con il dibattito sui giornali ora tocca alla
concretezza delle cifre».