Silenzio del ministro, ieri al convegno

sui distretti tecnologici della Camera di Commercio.

Dell’Utri: un fior di candidato, tutti se ne convinceranno

Moratti sindaco,

il sì dopo la riforma della scuola.

 La strategia concordata con Berlusconi. Nessun «rodaggio» in giunta.

Sangalli: mai avuto la tentazione di scendere in campo

di Elisabetta Soglio da Il Corriere della Sera del 17 maggio 2005

 

Si comincia con la battuta del presidente e padrone di casa Carlo Sangalli, che cerca di sdrammatizzare la situazione: «Sono molto contento di vedere così tanti giornalisti interessati alla questione dei distretti tecnologici...». Al suo fianco, il ministro Letizia Moratti ride. In realtà, tutti stanno aspettando una parola del candidato in pectore alle prossime elezioni comunali: la Moratti ieri ha partecipato ad un convegno organizzato dalla Camera di Commercio su «Distretti ad alta tecnologia» ed è stata la sua prima uscita ufficiale dopo l’incoronazione di Silvio Berlusconi: «Correrà per il posto di sindaco». Ma è un’attesa inutile. Il ministro, con una mano fasciata per una frattura, conclude il suo intervento e indica che «in Italia gli investimenti pubblici per la ricerca ammontano al 50%, ma sono penalizzati da investimenti privati troppo bassi. Siamo, in questo, il secondo Paese al mondo. A precederci c’è solo il Portogallo con una quota del 69%». Poi la Moratti si allontana scortata da un cordone di guardie del corpo e funzionari che tengono lontani taccuini e telecamere. Rimane Sangalli, reduce da un intervento alla spalla («Ma mi sono tolto il tutore in omaggio alla mano bendata della Moratti...), che dice: «Due candidati sindaco a questo convegno? A dire la verità, ne ho visto solo uno: Letizia Moratti». Eppure, il nome di Sangalli era comparso nella rosa indicata da Albertini, accanto alla stessa Moratti e a Confalonieri: «Quelle erano indicazioni pesanti - gioca Sangalli - ma la mia... È un po’ come l’allenatore che mette nella rosa il suo giocatore volenteroso eppure sanno tutti e due fin dall’inizio che non sarà in partita». Quanto al presidente di Confapi, il leghista Danilo Broggi, secondo cui Sangalli è meglio della Moratti: «Broggi è un amico e una persona leale. Sono certo che sosterrà con convinzione Letizia Moratti». Dopo Confalonieri, anche Sangalli si chiama dunque ufficialmente fuori e giura di non avere mai avuto la tentazione di mettersi in corsa: «Proprio nessuna».

Sul nome della Moratti non sembrano esserci dubbi. Anche il senatore Marcello Dell’Utri ieri l’ha descritta come «un fior di candidato». E ha aggiunto: «La vedo come una candidatura straordinaria e credo che tutti se ne convinceranno, una volta attuati i decreti della riforma». E questo è il punto: la strategia che sarebbe stata concordata fra il ministro e il premier, e che giustifica il silenzio di ieri, è comunque quella di non arrivare ad una ufficializzazione almeno fino a quando non sarà completato l’iter dei decreti attuativi della riforma della scuola pubblica. Questa la linea che Berlusconi sta indicando ai suoi, ripetuta anche ieri in alcuni incontri in Villa San Martino: in compenso, pare tramontare la possibilità che la Moratti inizi un periodo di «rodaggio» in giunta al fianco di Albertini. Anzi: a sentire gli interessati, è un’ipotesi che non sarebbe neppure mai esistita.