Dubbi sull’adozione dei libri di testo nella primaria. da Tuttoscuola del 10 maggio 2005
Maggio è abitualmente tempo di adozione dei libri di testo per il prossimo anno scolastico. L’anno scorso per la scelta dei libri di testo nella scuola primaria appena riformata ci fu qualche problema per il rifiuto di alcuni collegi docenti di scegliere libri ispirati alle Indicazioni nazionali.
Vi furono collegi dei docenti che ricorsero
all’espediente della sperimentazione e altri che rifiutarono i nuovi
testi, tanto che alcuni editori si affrettarono a riproporre vecchi
testi pre-riforma. Non si sa se anche quest’anno vi saranno forme di
protesta. Nel vecchio ordinamento l’insegnante di quinta sceglieva per la prima classe e per la seconda dell’anno successivo (spesso i libri sono articolati in primo e secondo volume), mentre l’insegnante di seconda sceglieva per il triennio successivo. L’anno scorso (primo anno di riforma), il Miur si era limitato a richiamare il rispetto della continuità didattica, sottintendendo che, nel rispetto dei nuovi periodi didattici (1+2+2), vi fosse l’adozione per la 1.a classe (da parte dei docenti di quinta), per la classe 2.a (docenti di prima) con effetto di conferma sulla 3.a dell’anno dopo, e per la 4.a (docenti di terza) con effetto di conferma sulla 5.a dell’anno dopo. Quest’anno il Miur ha probabilmente voluto semplificare le procedure ed eliminare una scelta. Il Miur ha previsto infatti che, di norma, la scelta dei docenti di quinta valga per la prima classe, per la seconda e la terza. Ciò significa che l’anno prossimo per le seconde classi e l’anno successivo per le terze classi non vi sarà più bisogno di scegliere. Ma quella semplice dizione sembra che abbia creato qualche confusione, con qualcuno che ha pensato che i docenti di quinta scelgano per l’anno prossimo anche i testi di seconda e di terza (al posto quindi dei docenti delle attuali prime). Per la 2.a classe del prossimo anno saranno invece i docenti delle attuali prime a scegliere, con effetto di conferma sulle terze per l’anno successivo. Salvo smentite (improbabili) del Miur. |