Doppio canale con più critiche che consensi.
da
Il Sole 24 Ore
del 29/5/2005.
ROMA - Coro di no alla riforma della scuola
secondaria da opposizione, sindacati e Regioni. Alleanza nazionale e
Forza Italia, invece, difendono il nuovo assetto delineato dal
Ministro Moratti. Soddisfatta anche Confindustria: «Con il decreto
approvato ieri — ha detto Gianfelice Rocca, vicepresidente degli
industriali con delega all’Education — è stata finalmente completata
la nuova architettura della scuola secondaria» e «c’è da augurarsi che
ora l’iter del provvedimento vada avanti speditamente». Per Rocca nel
testo «esistono i presupposti perché i licei tecnologici rappresentino
la continuità e l’evoluzione della grande tradizione dell’istruzione
tecnica, da sempre bacino di professionalità per le imprese».
Di tutt’altro tono le reazioni dell’opposizione. Andrea Ranieri,
responsabile scuola dei Ds, parla di «strappo istituzionale con le
Regioni, che pone in dubbio la stessa costituzionalità del
provvedimento». Gli fa eco Vasco Errani, presidente della conferenza
delle Regionì, secondo il quale «è necessario riprendere un percorso
di leale collaborazione tra Governo centrale e Regioni». Per Albertina
Soliani (Margherita) «Moratti ha solo fretta di chiudere, dicendo che
la riforma scolastica è fatta», mentre Maria Chiara Acciarini (Ds)
descrive il ministro come «un generale senza esercito» che «procede
senza risorse, senza consenso e senza confronto con Regioni,
sindacati, mondo della scuola e Parlamento».
Pesante bocciatura dei sindacati: Enrico Panini (Flc-Cgil) parla di
«un brutto provvedimento che aumenterà le diseguaglianze fra i giovani
e che relegherà la scuola secondaria nel ruolo di chi sanziona le
differenze», mentre per la Cisl scuola «si conferma il progressivo
deterioramento della scuola pubblica statale e dell’intero sistema
formativo». Secondo Massimo di Menna (Uil scuola) «ora bisogna fermare
i motori e rilanciare il confronto per una riforma condivisa e
partecipata», mentre per la Gilda l’approvazione del decreto «è un
inaccettabile atto di forza del Governo rispetto alle posizioni
critiche espresse da maggioranza e opposizione».
Grande soddisfazione, invece, nella maggioranza, soprattutto «perché
la riforma ha salvaguardato — sotto linea Giuseppe Valditara,
responsabile scuola e università di An il carattere nazionale
dell’istruzione tecnica». Per Valditara il modello che prevede la
trasformazione degli istituti tecnici in licei tecnologici «assicura
una maggiore apertura ai gradi direttivi dell’industria italiana»
oltre che «una seria preparazione professionalizzante». Fabio
Garagnani (Fi) pone l’accento sulla «salvaguardia della meritocrazia e
dello sviluppo delle potenzialità individuali» realizzata dal
provvedimento, con il quale «il nostro Paese si pone in linea con i
partner europei più evoluti».