LE NUOVE NORME IN VIGORE DAL 2006-2007, A REGIME
NEL 2010.
DALLO STATO 87 MILIONI IN DUE ANNI.
Diploma o qualifica:
ecco la nuova scuola superiore.
Via libera alla riforma, i licei saranno otto.
L’opposizione: scelta classista.
di Raffaello Masci da
La Stampa del
28/5/2005
ROMA
L’ultimo atto della riforma della scuola è stato compiuto ieri
mattina, quando il governo ha varato il decreto attuativo sulle
superori, il solo che ancora mancasse. A gloria della Moratti si può
dire che è l’unica che sia riuscita a portare a termine una riforma
scolastica, dopo quella di Giovanni Gentile del 1924 e dopo 34
tentativi andati a vuoto. Tuttavia i sindacati e le opposizioni hanno
duramente contestato tutto l’impianto della nuova scuola e il decreto
di ieri in particolare, giudicandolo classista, distruttivo del
sistema scolastico, figlio di una logica autoritaria. Le nuove norme
entreranno in vigore con l’anno scolastico 2006-2007 e a regime nel
2010.
Il ministero aveva già provveduto, con
precedenti decreti, a dare un inquadramento alla scuola dell’infanzia,
elementare e media, al reclutamento degli insegnanti, all’alternanza
scuola-lavoro, all’innalzamento dell’obbligo scolastico. Restava la
spinosa e controversa questione delle superiori a cui si è provveduto
con il decreto di ieri.
La nuova scuola superiore si configura, nelle
intenzioni del Ministero, per una «unicità» di percorso formativo,
articolato tuttavia in due canali distinti, quello dei licei e quello
della Formazione professionale. Il primo canale dipende direttamente
dall’amministrazione scolastica, il secondo dalle Regioni.
LICEI. I licei sono otto. Di questi quattro sono senza indirizzo
(classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane). Tre hanno
invece indirizzi: il liceo economico (ne ha due con quattro settori
ciascuno), l’artistico (con tre indirizzi), il tecnologico (otto
indirizzi), il coreutico e musicale non con indirizzi ma con due
sezioni corrispondenti alle sue due anime.
Il liceo ha, come quelli attuali, un carattere propedueutico agli
studi cosiddetti terziari (università o di formazione tecnica
superiore), dura cinque anni divisi in due bienni più un anno
orientativo. Promossi o bocciati lo si è solo dopo ciascun biennio.
FORMAZIONE PROFESSIONALE. Dipende dalle Regioni ed è articolata su
corsi triennali o quadriennali. Un quinto anno consente di accedere
all’università o alla formazione superiore. Gli studenti che si
iscrivono a questi corsi possono passare al canale dei licei in
qualunque momento, attraverso dei laborartori integrativi.
OBBLIGO. A regime l’obbligo scolastico sarà innalzato a 12 anni per
tutti, cioè fino a 18 anni di età.
SBOCCHI. Posto che sia il sistema dei licei che quello della
Formazione danno accesso all’università, il decreto conferma che alla
fine del quinto (per i licei) e del terzo o quarto anno (per i corsi
professionali) verranno rilasciati titoli aventi valore legale. Tutti
i corsi quinquennali si concludono con un esame di Stato al quale sta
lavorando l’Istituto nazionale di valutazione (Invalsi).
MATERIE. Un impulso particolare viene dato, nei licei, ad alcune
discipline, in particolare le lingue, l'educazione fisica,
l’informatica e la musica.
Si prevede, per esempio, che all’uscita dalle medie si abbia un
livello di conoscenza dell’inglese classificato internazionalmente
come B1, alla fine dei licei è atteso il B2, per il linguistico il C1.
Gli studenti dei licei devono anche raggiungere il livello B2 di una
seconda lingua straniera.
«Per l'insegnamento delle scienze motorie e sportive sono previste 2
ore obbligatorie settimanali. A queste potranno inoltre sommarsi
eventuali ore aggiuntive».
E’ previsto un incremento dello studio dell’informatica fin dalla
scuola di base e, gradualmente, sempre più approfondito nelle
superiori.
«In tutti i percorsi liceali è garantita l'offerta di insegnamenti
musicali, anche attraverso l'attivazione di laboratori musicali
organizzati insieme ai Conservatori».
TEMPI. Il provvedimento passerà ora all’esame delle Commissioni
parlamentari e della Conferenza Stato-Regioni, quindi dovrà transitare
di nuovo per il Consiglio dei ministri. La pubblicazione definitiva in
Gazzetta ufficiale è attesa per novembre, dicembre. La riforma, ormai
condotta a termine, entrerà in vigore dall’anno 2006-2007, ma con
gradualità. Sarà a regime nel 2010.
SOLDI. «Per l'attuazione del provvedimento sul II ciclo - dice una
nota ministeriale - sono stanziati 44 milioni di euro per il 2006 e 43
milioni a partire a decorrere dal 2007. Tali finanziamenti sono così
ripartiti: per l'anno 2006: 30 milioni circa alle istituzioni
scolastiche per attrezzature e laboratori; 6 milioni circa per le
spese relative al personale; 8 milioni circa per il mancato introito
delle tasse scolastiche. A decorrere dal 2007: circa 16 milioni alle
istituzioni scolastiche; circa 19 milioni per le spese di personale e
8 milioni circa per il mancato introito delle tasse scolastiche».