Al via i contratti pubblici.

Ma il forse d'obbligo; già un mese e mezzo fa pareva che la trattativa dovesse aprirsi e chiudersi in pochi giorni, ma poi non accadde nulla.Ora c'è un accordo politico della maggioranza, anche se Berlusconi in persona frena gli entusiasmi: "Oltre i 95 euro? Vedremo".

di R.P. da La Tecnica della Scuola del 7/5/2005

 

La vicenda dei contratti del pubblico impiego è ad una svolta: nella giornata di venerdì 6 maggio il Consiglio dei Ministri ha dato incarico al ministro della Funzione Pubblica Baccini di chiudere al più presto la trattativa in corso.

Più di un componente del Governo ha annunciato che i sindacati saranno convocati in tempi rapidissimi, lo stesso Baccini ha parlato di martedì o addirittura lunedì.

Sulle cifre disponibili non c'è molta chiarezza: al termine della riunione del Governo Baccini dichiara che il collega del Tesoro Domenico Siniscalco sarebbe disponibile ad andare al di là dei 95 euro considerato finora un limite insuperabile.

Ma a far sbollire gli entusiasmi, ci pensa il Presidente del Consiglio in persona che, in serata, afferma: "Oltre 95 euro? Vedremo".

Cauti i commenti dei sindacati che preferiscono aspettare almeno la lettera di convocazione.

In effetti già un mese e mezzo fa, a pochi giorni dal voto regionale, il Governo aveva garantito una rapida chiusura ma al tavolo contrattuale le proposte erano state considerate "fumose" e poco attendibili da tutti i sindacati.

Questa volta, però, le cose potrebbero andare diversamente anche perché alla base della decisione assunta dal Consiglio dei Ministri c'è un accordo politico raggiunto dalla maggioranza.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo secondo il quale il rinnovo contrattuale di 3 milioni di dipendenti statali non può in alcun modo mettere a rischio i conti pubblici.

"Negli ultimi anni - ha dichiarato Montezemolo - nel settore pubblico c'è stato un aumento esponenziale delle assunzioni. Adesso bisogna operare scelte che premino la meritocrazia evitando gli aumenti generalizzati".

Alla fine falchi e colombe potrebbero trovare un accordo che consenta di rispettare i limiti imposti dalla legge finanziaria e al tempo stesso di superare il tetto dei 95 euro di aumento: gli aumenti contrattuali potrebbero essere scaglionati e rinviati almeno in parte al 2006.

Ipotesi che i sindacati considerano al momento del tutto inaccettabile, ma che potrebbe essere un modo per evitare gli strali della Corte dei Conti che proprio nei giorni scorsi ha messo in evidenza le condizioni di grave sofferenza dei conti pubblici.