legambiente scuola news

N. 40, LUGLIO 2005

Notizie e commenti sul mondo della scuola

 

Indice

      1. Una legge di iniziativa popolare

      2. Le Regioni confermano il loro no

      3. Il copione si ripete

      4. I nostri corsi di formazione per l’estate

      5. Agenda

 

1. Una legge di iniziativa popolare

“E’ il tentativo cosciente e generoso di passare dalla fase della critica e dell’opposizione alla fase di costruzione della Scuola che vogliamo senza abbandonare il compito che da tempo abbiamo assunto di contrastare in ogni modo l’applicazione della riforma Moratti”. Così dichiara il comitato promotore, Retescuole di Milano, all’atto della presentazione della legge di iniziativa popolare il 14 luglio scorso.

Cinque articoli scritti da docenti, genitori, studenti, cittadini/e componenti quel movimento trasversale che in questi anni ha fatto resistenza allo smantellamento della scuola pubblica operata dalle politiche scolastiche di questo governo.

La proposta di legge va a definire il Sistema Educativo di Istruzione (l’obbligo scolastico ai 18 anni, gli organici, la lotta alla dispersione scolastica, l’educazione interculturale, l’edilizia scolastica, la funzione docente, la partecipazione, la valutazione…), i nidi d’infanzia (parte integrante del sistema educativo), la scuola di base, la scuola superiore. L’ultimo articolo è dedicato alle abrogazioni: prima di tutto la L.53/03 e i relativi decreti applicativi sin qui approvati.

Ultimo anno della scuola per l’infanzia obbligatorio per tutti i bambini di 5 anni, ripristino del tempo pieno e prolungato, niente doppio canale alle superiori ma un biennio unitario e un triennio articolato in cinque macroaree (umanistica, scientifica, tecnico-professionale, artistica, musicale) ripartite in indirizzi. E ancora: classi non superiori ai 22 alunni e organico di istituto aggiuntivo per combattere le dispersione scolastica e favorire l’integrazione interculturale. Per fare tutto questo “lo Stato assicura al Sistema Educativo di Istruzione il 6% del prodotto interno lordo”. Questi i contenuti più significativi.

Da settembre la bozza di legge sarà sottoposta a collegi docenti, consigli di istituto, comitati, coordinamenti, collettivi, assemblee… chiedendo a tutti contributo di idee, esperienze, riflessioni.

Il Comitato promotore si rivolge anche, in una “lettera aperta ai partiti, alle associazioni, ai sindacati della scuola, ai cittadini e a tutti coloro che nella scuola vivono e lavorano” per “poter scrivere insieme, ascoltandoci, una sintesi condivisa della buona scuola che tutti vogliamo, capace di ridare il futuro ai nostri ragazzi“.

A novembre un’assemblea nazionale cercherà di integrare i contributi che saranno stati dati per scrivere il testo definitivo. Subito dopo comincerà la raccolta delle firme: ne sono necessarie almeno 50.000.

 

2. Le Regioni confermano il loro no

“La Conferenza delle regioni e delle Province Autonome, esaminato lo schema di decreto legislativo del 27 maggio 2005, ritiene, ad eccezione delle regioni Lombardia, Veneto, Molise, di non dover procedere all’espressione di un parere, bensì chiede il ritiro dello schema di decreto, che deve essere sottoposto all’intesa delle regioni, finalizzato alla riapertura del confronto con il MIUR per un’integrale rivisitazione del provvedimento che lede gravemente le prerogative costituzionali delle Regioni e non garantisce l’unitarietà e la pari dignità dei due canali di istruzione e formazione”. Comincia così il lungo documento approvato il 14 luglio scorso dalla Conferenza delle regioni e consegnato al Ministro Moratti. Regioni e Ministro sono dunque ai ferri corti! Le regioni, cui spetta la competenza esclusiva sulla formazione professionale protestano per non aver condiviso dall’inizio lo schema di decreto e ritengono che “la riapertura di un dialogo costruttivo sia comunque condizionata dal ritiro dello schema di decreto per riprendere l’auspicato confronto finalizzato alla sua integrale rivisitazione”.

C’è di più: le regioni non si accontentano di esprimere un semplice parere meramente consultivo come chiede il Ministro (e di cui può non tenere conto!), vogliono l’intesa, valutazioni cioè vincolanti, su una materia di così grande rilievo sociale. A parere delle regioni, infatti, il testo è gravemente lesivo delle prerogative costituzionali loro affidate, non tiene conto del trasferimento di competenze previsto dal D.lgs 112/98 e del riformato Titolo V della Costituzione. Inoltre ritengono che il decreto di riordino del 2° ciclo sia del tutto inapplicabile in quanto “si sta procedendo al buio, senza un’adeguata verifica delle condizioni di fattibilità sia per quanto concerne i tempi sia per le modalità attuative, sia per le risorse”.

Infine, fanno presente che, dati gli elementi di netto disaccordo soprarichiamati, qualsiasi tentativo del Governo di mettere le regioni di fronte al fatto compiuto procedendo ad un’attuazione unilaterale del decreto, anche attivando una parziale e limitata sperimentazione del medesimo, comprometterebbe qualsiasi possibilità di ristabilire corrette relazioni istituzionali”.

Parole pesanti, chiare, inequivocabili, due fronti contrapposti! La resa dei conti è fissata al 28 luglio, data del prossimo incontro quando la Conferenza Unificata Stato Regioni Enti Locali dovrà pronunciarsi in via definitiva sulla bozza di decreto. Il Ministro sembra intenzionato a procedere sulla strada della sperimentazione (vedi: 3. Il copione estivo si ripete). Qualche regione amica sarà disponibile quel tanto da far dire al Ministro che è cosa fatta?

Il contendere da questione tecnica è diventata essenzialmente politica!

I tempi stringono, il 17 ottobre, scadenza della proroga per l’attuazione dei decreti applicativi della L.53/03 non è poi così lontana e sulla bozza di decreto, prima dell’approvazione definitiva del consiglio dei ministri, si devono ancora esprimere le commissioni cultura di Camera e Senato.

 

3. Il copione estivo si ripete

Ci risiamo! Il Ministro ha messo a punto un piano per far partire dal prossimo settembre i nuovi licei, la nuova articolazione disciplinare e oraria, i campus… le novità cioè contenute nella bozza di decreto di riforma del 2° ciclo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri lo scorso 27 maggio.

Nulla di nuovo nell’azione del Ministro: superare gli ostacoli che vengono dall’opposizione di studenti, genitori, insegnanti, associazioni professionali e sindacali, regioni, a colpi di “sperimentazioni” per anticipare questo o quel decreto. L’ha già fatto con la riforma della scuola elementare, i percorsi di formazione professionale al termine della terza media, l’alternanza scuola lavoro… sperimentati tutti quando i relativi provvedimenti erano ben lontani dal compimento dell’iter dovuto, apparse sempre nel periodo estivo.

Il copione quindi si ripete anche per il decreto di riforma della scuola superiore. Lo scorso 30 giugno è stato trasmesso dal MIUR al CNPI per il prescritto parere un progetto nazionale di sperimentazione relativo alla scuola secondaria superiore in base all’art. 11 del DPR 275/99. La sperimentazione sarà su base volontaria (deliberata cioè dal Collegio dei docenti), potrà essere anche solo parziale (?), dovrà contare sulle risorse professionali (organici) e finanziarie che già le scuole hanno e riguarda solo i ragazzi del primo anno.

Appare scontata la risposta del massimo organo collegiale di partecipazione democratica: è del 22 giugno scorso (vedi Legambiente Scuola News n. 39) infatti il parere espresso dal CNPI che, entrando pesantemente nel merito, boccia la bozza di decreto. E’ altrettanto scontato che il Ministro cercherà di tirare dritto per la sua strada (come ha già dichiarato), pago del fatto di aver richiesto il dovuto parere.

Ancora una volta il Ministro fa ricorso impropriamente all’art. 11 del DPR 275/99 stravolgendone il significato. Una sperimentazione che si definisca tale serve a verificare l’attendibilità di un progetto di innovazione che solo successivamente, se gli esiti saranno positivi, potrà ricevere legittimità ordinamentale. Qui invece si capovolge il rapporto tra innovazione e ordinamenti: il progetto ordinamentale già c’è, costruito senza condivisione e partecipazione del mondo della scuola e viene proposto alle scuole che sono vincolate al rispetto di un modello organizzativo e didattico già predefinito dallo schema di decreto.

Un solo problema tra i tanti che una simile sperimentazione solleva. Il Ministro si è chiesto cosa dire a quei genitori che a gennaio 2005 hanno iscritto i figli per conseguire un diploma e che invece andranno in un corso sperimentale che non darà più il titolo di ragioniere, geometra… per conseguire il quale si erano lì iscritti?

Ancora una volta l’operazione appare per quello che è: un’iniziativa propagandistica da sfruttare in campagna elettorale per dire che la riforma della scuola è cosa fatta!

 

4. I nostri corsi di formazione per l’estate

22 – 26 agosto 2005, Laboratorio Pracatinat, Loc. Prà Catinat, Finestrelle (Torino)

Pensare, fare, educare. Corso di formazione alla sostenibilità, organizzato da Legambiente Scuola e Formazione e Consorzio Pracatinat, avrà carattere residenziale e affronterà i temi dell’educazione ambientale, della sostenibilità e della progettazione educativa. Il corso intende valorizzare un approccio innovativo all’educazione ambientale, ai fini di esplorare gli intrecci tra le dimensioni educative e i processi di sviluppo del territorio, per interrogarsi su quali siano le conoscenze, le competenze e le culture necessarie per agire nella complessità di tali intrecci. Si rivolge a tutti coloro che, in contesti organizzativi diversi, svolgono attività di educazione ambientale sia direttamente sia in quanto formatori, coordinatori e responsabili di servizi e progetti.

Info: tel. 0121.884846, fax: 0121.83711, e-mail: s.bouchard@pracatinat.it

 

26 – 28 agosto, Parco dell’Adamello Brenta, Loc. Sant’Antonio di Mavignola-Pinzolo (Trento)

Biodiversità e cambiamenti climatici. Corso di formazione, organizzato da Legambiente Scuola e Formazione e Parco Naturale Adamello Brenta, con carattere residenziale, rivolto a docenti, educatori ambientali, affronterà gli intrecci tra locale e globale, i legami tra i comportamenti che influenzano i cambiamenti climatici e la biodiversità. Le modalità di lavoro prevedono attività sul campo e lavoro d’aula.

Info: tel.: 0465.806666 fax: 0465/806699, e-mail info@parcoadamellobrenta.tn.it

Parco Naturale Adamello  Brenta, Via Nazionale, 24 - 38080 Strembo (TN)

 

5. Agenda

Torino, 2 – 6 ottobre 2005: Terzo Congresso mondiale dell’Educazione Ambientale

Il terzo Congresso Mondiale dell’Educazione Ambientale che si svolgerà al Centro Congressi Lingotto a Torino si prefigge di scambiare buone pratiche e riflessioni a livello mondiale, sviluppare le principali tematiche dell’agenda mondiale sull’educazione ambientale e discutere tesi e proposte presentate nelle relazioni e nei poster provenienti da tutto il mondo.

Per ulteriori informazione: Segreteria: Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé – Onlus, Via Bligny 15, 10122 Torino. Tel e fax: +39 011 4366522; info@3weec.org

 

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