Dirigenti scolastici:
in servizio fino a 70 anni.
Nel corso della riunione del Consiglio dei Ministri del
15 luglio è stata finalmente risolta la vicenda dei 175 dirigenti
scolastici che avevano chiesto di rimanere in servizio fino a 70 anni.
Ma ora non si sa se potranno rientrare nella propria sede.
di R.P. da
La Tecnica della Scuola del 18/7/2005
Sbloccata dal Governo la vicenda dei 175
dirigenti scolastici che avevano chiesto di essere mantenuti in
servizio fino al compimento del 70° anno di età.
Nel corso della riunione del 15 luglio scorso, con un provvedimento
assunto su proposta del ministro Moratti, il Consiglio dei Ministri ha
approvato un decreto che consente di dare risposta alla richiesta a
suo tempo avanzata da 175 dirigenti di tutta Italia.
La motivazione addotta fa riferimento necessità di “garantire la
normale prosecuzione dell'attività didattica nelle istituzioni
scolastiche".
Il problema era nato a seguito di una modifica introdotta dalla legge
finanziaria del 2005 nella normativa prevista dalla legge n. 186 del
27 luglio 2004 sul mantenimento in servizio di tutti i pubblici
dipendenti oltre il limite di età per il collocamento a riposo.
La legge finanziaria, infatti, aveva equiparato il mantenimento in
servizio ad una vera e propria forma di riassunzione sottoponendo in
tal modo l’operazione ai vincoli previsti per le assunzioni nelle
Pubbliche amministrazioni.
A questo punto il Governo ha dovuto autorizzare una “assunzione” di
175 dirigenti scolastici motivandola, come si è detto, con la
necessità di garantire la regolarità del servizio.
Fin qui la buona notizia.
Ma c’è un risvolto che certamente non risulterà gradito a molti: in
quasi tutte le regioni italiane, i posti coperti dai dirigenti che
avevano chiesto di rimanere in servizio sono stati assegnati ad altri
dirigenti; in alcuni casi i posti sono stati coperti con incarichi di
presidenza.
Solamente in Abruzzo e in Sicilia le sedi risultano ancora
disponibili, nelle restanti regioni i beneficiari del provvedimento
potrebbero essere assegnati ad una sede diversa o addirittura ad altro
incarico.