Rinnovo contratti. Assunzioni in ruolo. Organici.

Tre impegni per tutto il sindacato.

di Francesco Scrima, da Il Sole 24 Ore del 13/6/2005.

 

Alla fine di una tormentatissima vicenda lo scorso 27 maggio è stata sottoscritta l’intesa, in sede politica, per il rinnovo del secondo biennio contrattuale del Pubblico Impiego e quindi anche per la Scuola.

L’accordo si chiude sulla base percentuale del 5,01% che, per la scuola, corrisponde mediamente a € 104 pro-capite.

Ci sono voluti 17 mesi (il contratto era scaduto il 1° gennaio 2004) per trovare la “soluzione” di un rinnovo che, come si sa, era finalizzato agli aspetti economici.

Un tempo - ed un ritardo - assolutamente spropositati visto che si trattava di recuperare il differenziale inflattivo posto a tutela del mantenimento del potere d’acquisto delle retribuzioni.

In tutto questo tempo il Governo non ha tralasciato occasione - sia negli interventi estemporanei dei singoli ministri sia nella coralità delle sue iniziative - di tentare una sistematica azione di delegittimazione del ruolo negoziale del sindacato e di colpire il personale, disconoscendone le legittime rivendicazioni.

La fermezza di posizioni di tutto il sindacato ha sventato tale disegno.

L’accordo raggiunto - che riteniamo equilibrato e che non è certamente l’attacco famelico alle finanze dello Stato, di cui ha parlato, faziosamente ed inopinatamente, la Confindustria - riafferma il ruolo insostituibile della contrattazione e del sindacato a tutela dei lavoratori.

Blocchi delle “assunzioni in ruolo” operati dal Governo, per tanti anni, hanno fatto lievitare il precariato a livelli altissimi, tanto tra i docenti quanto tra il personale ausiliario, tecnico e amministrativo (ATA).

La girandola di annunci mediatici del Governo, se per un verso alimentano tante attese, dall’altro suscitano forti preoccupazioni, perché le soluzioni ipotizzate riguarderebbero le assunzioni dei soli docenti, escludendo del tutto il personale ATA.

Sono discriminazioni inaccettabili perché ignorano, oltretutto, l’altissimo livello di precarizzazione del personale ATA.

Al Ministro e al Governo chiediamo invece un piano programmato di “assunzioni in ruolo” di tutte le tipologie professionali del personale della scuola a copertura delle decine di migliaia di posti scoperti: l’unica equa operazione perché non siano calpestati i diritti consolidati di tanti lavoratori e per dare alla scuola le risorse professionali necessarie per offrire un servizio di qualità..

Con la stessa determinazione siamo impegnati ad affrontare la questione degli organici, ripetutamente taglieggiati nel corso di questi ultimi anni, per porre fine al graduale e progressivo impoverimento della scuola pubblica statale, per ridare funzionalità a tutti i suoi servizi in modo da rendere esigibile il diritto allo studio.

I tagli effettuati dalle “finanziarie” e dai provvedimenti amministrativi contraddicono l’enfasi che Governo e Ministro pongono sulla personalizzazione dell’offerta formativa, sulla flessibilità dell’organizzazione didattica e sulla cura e l’assistenza agli alunni.

Occorre perciò un modello di assegnazione degli organici docenti ed ATA che assuma le dinamiche reali della popolazione scolastica e la necessità di dare risposta ai fenomeni purtroppo sempre più diffusi di disagio educativo e sociale, garantendo il diritto allo studio e rendendo possibile alle istituzioni scolastiche l’adozione di forme di flessibilità organizzativa e didattica, con la contestuale e indispensabile qualificazione dei servizi ausiliari, tecnici e amministrativi strettamente connessi al buon funzionamento di ogni singola istituzione scolastica.