Decreto legge sul precariato: sindacati contrari . Dopo la presa di posizione della Gilda, anche Panini (Cgil) e Scrima (Cisl) si dicono contrari alla strada del decreto legge che allungherebbe ulteriormente i tempi. Intanto i precari non abilitati dovranno frequentare un corso abilitante pagando mediamente 2.000 euro: proteste in molte regioni. di Reginaldo Palermo, da La Tecnica della Scuola del 12/6/2005
La notizia divulgata dal nostro giornale che il Governo vorrebbe risolvere il problema del precariato ricorrendo ad un decreto legge ha creato sconcerto e perplessità fra i sindacati che hanno deciso di assumere una iniziativa in proposito. "Unitamente ai segretari nazionali di Cisl-Scuola e Uil-Scuola abbiamo deciso di chiedere un incontro urgente al ministro Moratti proprio sul problema delle assunzioni" annuncia Enrico Panini, segretario di Cgil-Flc e aggiunge: "Vogliamo conoscere le reali intenzioni del Governo in materia di precariato: questo susseguirsi di informazioni e indiscrezioni giornalistiche non ci sembra serio." E nel merito del provvedimento? "Non capisco perché si debba fare ricorso ad un decreto legge, dal momento che il Parlamento si è già espresso con chiarezza approvando esattamente un anno fa la legge 143. Legge che prevedeva un piano triennale di immissioni in ruolo e che va semplicemente applicata mediante un decreto interministeriale". Dello stesso avviso è Francesco Scrima, segretario generale di CislScuola che precisa: "Per noi quello che conta è il contenuto del provvedimento e cioè il numero delle assunzioni che verranno fatte. Si tratta di dare applicazione a quanto già previsto dalla legge 143 e cioè coprire tutti i posti vacanti e disponibili". Sì ma ci sono i vincoli posti dalla legge finanziaria… "Nessun vincolo: la finanziaria del 2005 chiarisce in modo inequivocabile che il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione non riguarda la scuola". Nel Governo si sta ancora discutendo sulla forma del provvedimento da adottare. "Credo che si debba smettere di scherzare - prosegue Scrima - qui stiamo parlando del destino non solo professionale, ma anche umano di decine di migliaia di persone che da anni garantiscono il funzionamento della scuola italiana; e mi riferisco non solo ai docenti, ma anche al personale amministrativo e ausiliario". Per il quale personale il Governo sembra intenzionato a mettere a disposizione non più di 5mila posti. "Ampiamente insufficienti dal momento che in questo settore i precari rappresentano il 34% del totale", conclude il segretario di CislScuola. Ma in materia di precariato si sta presentando un altro problema: i corsi abilitanti organizzati dalle Università e che stanno prendendo avvio in molte regioni italiane hanno costi non propriamente popolari: in Lombardia bisogna sborsare 1500 euro; la cifra sale a 2200 in Piemonte dove il Coordinamento Precari ha già organizzato una manifestazione di protesta davanti alla Facoltà di scienze della formazione per chiedere che, almeno, la somma venga rateizzata, come sta avvenendo in altre regioni. |