ASSUNZIONI.
Il governo ha autorizzato l’immissione in ruolo di 35 mila docenti e
di 5 mila Ata.
Prof senza cattedra, tutti sui banchi.
di Alessandra Ricciardi, da
ItaliaOggi del
28/6/2005
Formazione obbligatoria per tutti i docenti che,
a seguito della riforma Moratti, resteranno senza cattedra. Il
ministero dell’istruzione ha carta bianca per riconvertire gli
insegnanti che, pur di ruolo, si ritroveranno, a seguito della riforma
dei cicli scolastici, senza un incarico per la classe di concorso
nella quale si sono abilitati e hanno avuto il contratto a tempo
indeterminato. Lo prevede il decreto legge che reca «disposizioni
urgenti per assicurare la funzionalità di settori della pubblica
amministrazione», approvato venerdì scorso dal consiglio dei ministri
e che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni, probabilmente
giovedì, in Gazzetta Ufficiale. E l’atteso decreto che autorizza, a
decorrere da settembre, ad assumere 40 mila precari: 35 mila
insegnanti e 5 mila Ata, ecco la mediazione sulla quale Moratti e
Siniscalco si sono incontrati. Un piano di regolarizzazione che
servirà a malapena a coprire le vacanze causate dai pensionamenti
degli ultimi due anni e solo per i docenti. Ma che dovrebbe però avere
una seconda puntata: il decreto puntualizza in fatti che le immissioni
in ruolo in questione si inseriscono in un programma triennale di
assunzioni che sarà varato secondo l’iter previsto dalla legge n.
143/2004: ossia con un decreto interministeriale
istruzione-economia-funzione pubblica. Quel decreto che un mese fa era
già pronto e che poi si è preferito accantonare per seguire la via
della decretazione d’urgenza. Motivazioni tecniche sarebbero alla base
di questa scelta: il nuovo anno scolastico è alle porte e per fare i
contratti c’è tempo fino al 30 luglio.
Il piano triennale, ha confermato ufficialmente il dicastero di viale
Trastevere in un comunicato stampa, dovrebbe essere varato nei
prossimi dieci giorni di concerto con l’economia. In realtà l’accordo
tra il ministro dell’istruzione, Letizia Moratti, e il ministro
dell’economia, Domenico Siniscalco, sarebbe già stato raggiunto: 15
mila insegnanti da assumere nel 2006/07 e altri 15 mila nel 2007/08.
Ancora da definire invece la quota degli Ata.
«Con le immissioni in ruolo del prossimo anno, il governo prosegue
nell’opera di stabilizzazione degli organici, iniziata nel 2001 con
l’assunzione di 62 mila tra docenti e personale Ata e proseguita, nel
2004/05, con l’assunzione di ulteriori 24 mila dipendenti», ha
spiegato la Moratti, che conta in questo modo di creare «un clima di
maggiore serenità nella scuola per l’attuazione della riforma dei
cicli scolastici». Un’operazione che, tenendo conto del turnover, «non
comporta oneri aggiuntivi per le casse dello stato», ha tenuto a
precisare il premier, Silvio Berlusconi.
«È una risposta concreta a quanti ci accusavano di cavalcare l’onda
dello scontento dei precari solo a fini elettorali», ha aggiunto
Giuseppe Valditara, responsabile scuola di Alleanza nazionale. Una
risposta che però lascia insoddisfatti i sindacati. «E un decreto
contagocce», dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. «Il
messaggio mediatico enfaticamente annunciato nei mesi scorsi delle 200
mila assunzioni in ruolo è rimasto solo uno spot pubblicitario», è il
commento di Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Per gli
insegnanti si tratta «di una risposta davvero parziale. Per gli Ata,
una risposta che è quasi una beffa», dice Massimo Di Menna, segretario
della Uil scuola. Soddisfatto, ma a metà, lo Snals Confsal: «Erano
altre le cifre che chiedevamo, ma è un inizio», ha detto il segretario
del sindacato autonomo, Gino Galati.
«È un
provvedimento partorito all’insegna del risparmio di spesa e di molti
compromessi», è il commento di
Alessandro Ameli,
coordinatore Gilda.
Le. assunzioni sa ranno disposte entro
fine luglio attingendo per il 50% dalle graduatorie permanenti, dove
sono iscritti i precari con maggiore anzianità (in media otto anni), e
per la restante metà da quelle dei concorsi.
La ripartizione a livello territoriale dei posti disponibili sarà
fatta dal dicastero di viale Trastevere con proprio decreto. L’ultimo
comma dell’articolo 3 del decreto legge, l’articolo che appunto
riguarda il personale della scuola, estende inoltre «la partecipazione
obbligatoria ai corsi di formazione in servizio» prevista per gli
insegnanti del le scuole elementari, a tutti gli altri docenti.
L’obiettivo dei corsi, varati dalla legge n. 311/2004, la passata
Finanziaria, è quello di abilitare gli ex maestri anche
all’insegnamento della lingua inglese. Una riconversione professionale
che ha consentito al governo di riutilizzare nel sistema scolastico
generale 7.100 prof prima dedicati esclusivamente all’insegnamento
della lingua straniera. Ora il governo vuole replicare l’operazione
con tutti gli insegnanti che a seguito del la riforma Moratti si
troveranno senza cattedra: i docenti di educazione tecnica alle medie,
per esempio, visto che la disciplina sparirà, o quelli delle
superiori, dove la riforma ha fatto interventi su varie discipline, a
partire dalle lingue. In questo modo si eviteranno soprannumerari e si
utilizzerà al meglio il personale già assunto, riconvertendolo sulle
classi di con corso in cui più alto è il fabbisogno.