Quanto costa la riforma?

da Tuttoscuola del 7 giugno 2005

 

Nelle ultime versioni della bozza di decreto legislativo le cifre indicanti le risorse finanziarie messe a disposizione della riforma del secondo ciclo avevano avuto un andamento carsico, essendo prima comparse e poi scomparse dall’art. 30, l’ultimo.

Ora finalmente si conoscono, e sono 44 milioni euro per il 2006, e 43 dal 2007 ("senza alcuna indicazione della fonte di imputazione", ha sottolineato la Cisl). La ripartizione interna di tali somme sarà la seguente: per il 2006, 30 milioni andranno alle istituzioni scolastiche per coprire le spese per attrezzature e laboratori, 6 milioni saranno stanziati per le spese relative al personale, 8 per far fronte al mancato introito delle tasse scolastiche.

A decorrere dal 2007, 16 milioni andranno alle istituzioni scolastiche, sempre per spese relative ad attrezzature e laboratori, 19 saranno spesi per il personale, e sempre 8 per il mancato introito delle tasse scolastiche.

Le somme stanziate appaiono tutt’altro che straripanti, anche se va tenuto conto del fatto che il decreto prevede il congelamento degli organici, e quindi la stabilizzazione di questo costo per cinque anni. Forse gli stanziamenti sarebbero stati più rilevanti se si fossero realizzati risparmi (come era sembrato in un primo momento) riducendo gli orari di lezione dei vari corsi.

Ma una domanda gli operatori della scuola a questo punto se la pongono. Presentato l’ultimo tassello del progetto di riforma ("con questo provvedimento si chiude la riforma della scuola", ha annunciato il ministro Moratti nella conferenza stampa dopo l’approvazione in consiglio dei ministri), viene da chiedersi a cosa pensava il Governo quando annunciò in un’altra conferenza stampa (era il 12 settembre del 2003), presenti una raggiante Letizia Moratti e il premier Berlusconi in persona, un piano di investimenti di 8.320 milioni di euro in cinque anni, dal 2004 al 2008.

Se a progetto di riforma ormai avanzato se ne è stanziata solo una parte limitata, non sarebbe ora opportuno spiegare che quei soldi non ci sono più? Non che il mondo della scuola non lo abbia già capito, ma ciò non toglie che sarebbe una prova di serietà da parte di chi governa dirlo con chiarezza.