Il punto. La scuola perde l'autonomia per il Pof. da ItaliaOggi del 7/6/2005
La riforma della scuola targata Moratti, che ha trovato il tassello conclusivo con la recente approvazione da parte del consiglio dei ministri del decreto che riguarda la scuola superiore secondaria, presenta criticità di un certo rilievo per i licei, almeno su due fronti: l'orario e la valutazione degli studenti.
L'orario indicato nella riforma si configura
come una "gabbia libera" nella quale non si possono operare molti
ritocchi. In pratica 25 ore circa di lezione, uguali per tutti ed una
differenziazione che interesserà solo tre ore opzionali, ma
obbligatorie, che dovranno indirizzarsi verso ambiti
linguistico-espressivi e l'area matematica-scientifica, compresa
l'area motoria. Questo per i licei senza indirizzi e cioè il classico,
lo scientifico, il linguistico e scienze umane. Per gli altri licei,
altri quattro, a indirizzo specifico le materie opzionali ma
obbligatorie si indirizzeranno anche verso i probabili sfoghi
universitari. In questo scenario sparisce ciò che aveva caratterizzato
per anni la nuova scuola dell'autonomia. Saranno i vari istituti ad
accendere insegnamenti che però dovranno essere decisi dalle famiglie.
Quindi variazioni di orario, di posti di lavoro, cattedre, oppure
prestazioni aggiuntive. Il tutto è ancora poco chiaro. Le richieste
nelle aree opzionali, ma obbligatorie, saranno perciò decise da un
livello sociale di fruitori e soddisfatte da un altro livello, in
questo caso istituzionale. Uno stretto rapporto scuola famiglia tutto
da inventare e da rodare. Fino ad ora erano i vari istituti che
offrivano, attraverso il Pof, il piano dell'offerta formativa, una
serie di possibilità ai futuri iscritti. E le scuole si
caratterizzavano proprio per la più o meno ricca offerta formativa.
|