Lotta all’anticipo fino all’ultimo . . . . . . grissino. da Tuttoscuola del 9/6/2005
Mentre l’anticipo nella scuola primaria è ormai passato quasi indenne tra le forche caudine della critica e veleggia verso l’andata a regime dei nati al 30 aprile per l’anno scolastico 2006-2007, l’anticipo nella scuola dell’infanzia segna invece il passo e fatica a conseguire quei livelli minimi di attuazione, pur in forma di sperimentazione, che la riforma si era proposta.
La crisi dell’anticipo nella scuola
dell’infanzia non sta nella mancanza di domande da parte delle
famiglie, perché in una situazione di carenza di posti per asili nido
l’accettazione in un servizio per l’infanzia a costi competitivi non
la butta via nessuno. Meno giustamente, però, alcuni Comuni ritengono di aver diritto di veto comunque, anche quando l’ingresso di bambini anticipatari non comporta apertura di nuove sezioni o aumento di servizi di trasporto ecc. Così capita che in alcuni territori, come ad esempio in Toscana, sia in atto un braccio di ferro tra istituzioni scolastiche, che, avendo posti liberi nelle sezioni, intendono accogliere le domande di bambini in età anticipata, e Comuni che non vogliono far passare l’anticipo (forse perché ritenuto non educativo), e negano l’assenso (peraltro in questi casi non dovuto). Per raggiungere lo scopo di impedire a tutti i costi gli anticipi, sembra che qualche assessore comunale sia arrivato a minacciare la non somministrazione dei pasti (la refezione viene organizzata normalmente dai Comuni) nei confronti dei bambini anticipatari, i quali quindi sarebbero costretti a rinunciare, oppure a limitare la loro presenza al solo orario antimeridiano o a portarsi la merendina nel panierino. Neanche un grissino per loro da parte del Comune... |