Nel gruppo che deve far luce sul caso anche una rappresentanza dei rettori.

E i giuslavoristi continuano a dividersi

Concorsi combinati, indagine della Moratti.

Il ministro nomina una commissione dopo la denuncia di Giugni:

«Episodi evitabili con la riforma»

di Enrico Marro, da Il Corriere della Sera del 19/6/2006

 

ROMA - Sarà una commissione d’indagine del ministero dell’Istruzione a occuparsi delle presunte irregolarità nei concorsi universitari. Giovedì scorso il Corriere della Sera ha riferito di una lettera del decano dei docenti di diritto del Lavoro, Gino Giugni, a tutti i colleghi contenente gravi denunce. «I concorsi sono sovente predeterminati secondo logiche non meritocratiche». E ancora: «C’è una gestione combinata nella selezione di giovani studiosi», «si sono scoraggiati i migliori dal proporre o mantenere la propria candidatura». La spia più evidente che le cose non funzionano è che ai concorsi partecipano tanti candidati quanti sono i posti in gara. Ieri il ministro, Letizia Moratti, «in seguito alle notizie diffuse dalla stampa», ha deciso l’istituzione di una commissione. Dell’organismo «farà parte anche una rappresentanza della Conferenza dei rettori»: i nomi saranno diffusi nei prossimi giorni. Il ministro aggiunge che sull’argomento c’è appena stato un primo intervento con il disegno di legge sulla docenza universitaria, approvato nei giorni scorsi dalla Camera.


LE REGOLE - Il provvedimento, dice Moratti, «prevede precise regole che eviteranno il verificarsi o il ripetersi di tali irregolarità». In particolare, le norme prevedono una diversa procedura per la formazione delle commissioni esaminatrici. Che non saranno più elette periodicamente dagli stessi docenti, secondo un sistema, che ha finito per favorire accordi di scambio tra le varie cordate. Le commissioni, se la riforma diventerà legge, «verranno costituite mediante sorteggio di cinque commissari nazionali, con esclusione dei docenti dell’ateneo che ha bandito il concorso». Con il nuovo sistema, afferma il ministro, «saremo in grado di evitare incresciosi episodi che non fanno onore al nostro sistema universitario».

Tra i docenti, intanto, divampa la polemica. Dopo gli interventi, tra gli altri, di Umberto Romagnoli, Michele Tiraboschi, Pietro Ichino, Carlo D’Aringa, Tiziano Treu, Giuseppe Ferraro, altri manifestano consenso all’iniziativa di Giugni. «Valutare o peggio scoraggiare i giovani studiosi per interessi non di natura scientifica ma di consorteria o addirittura personali è certo il peccato più grave», scrive Edoardo Ghera a Labourlist, la mailing list dei docenti del lavoro dove si sta sviluppando il dibattito innescato dal padre dello Statuto dei lavoratori. «È nell’etica della responsabilità dell’intera comunità scientifica la risposta ai problemi che Giugni ci propone e ai quali non possiamo sfuggire» scrive invece Mario Giovanni Garofalo, secondo il quale, però, i problemi non saranno risolti «da trovate come quella del sorteggio dei commissari che presenta il grave rischio di far giudicare i giovani talenti da personale che ormai da decenni e fuori dal dibattito scientifico».


LE REPLICHE - Intervengono (vedi in questa pagina) anche Franco Carinci e Mattia Persiani, tra i più impegnati nel coordinamento delle elezioni delle commissioni esaminatrici e per questo nel mirino delle critiche. Giugni, sicuro di aver sollevato un problema reale (nessuno per esempio ha contestato che ai concorsi partecipino tanti candidati quanti sono i posti in palio), fa sapere di non voler scendere in polemiche personali.