Ministro: sport, lingue e compiti nel tempo prolungato.

Sui banchi per dieci ore Londra cambia la scuola

«Più libertà ai genitori».

Un piano per alunni da 4 a 14 anni. Sarà facoltativo.

di Paola De Carolis, da Il Corriere della Sera del 14/6/2005

 

LONDRA - Dall’alba al tramonto, dalla prima colazione ai compiti: a quei ragazzi dall’altra parte della Manica cui pesa stare a scuola sino all’ora di pranzo, il progetto del neo-ministro britannico per l’Istruzione, Ruth Kelly, sembrerà una follia: sui banchi per dieci ore, dalle 8 alle 18, cinque giorni a settimana. Ma in fondo non è tanto per gli studenti, quanto per quei genitori che lavorano, che la Kelly, lei stessa madre di quattro bambini, ha studiato il piano (non obbligatorio). E che piano: una minirivoluzione dalle cifre stratosferiche - 680 milioni di sterline, 1.000 e passa milioni di euro - che coinvolgerà gli allievi tra i quattro e i quattordici anni di 23.000 istituti inglesi. «Visitando le scuole ho capito che quelle che funzionano bene già offrono un orario esteso, con la possibilità di arrivare prima e andare via dopo», ha sottolineato il ministro annunciando il progetto in una elementare di Londra. Entro il 2008 il ministro vuole aver coinvolto la maggior parte degli istituti. Non le dispiacerebbe, ha aggiunto, che la riforma, una volta attuata, venisse ricordata con il suo nome, «Kelly’s hours», le ore di Kelly.

In realtà l’idea iniziale è del suo predecessore, Charles Clarke, ora ministro degli Interni, che l’aveva annunciata la scorsa estate. La Kelly sostiene che è una misura di tripla utilità: sarà estremamente comoda per quei genitori che fanno fatica ad organizzare i pomeriggi dei figli, farà bene ai ragazzi, «che hanno più probabilità di dare il meglio quando sono in un ambiente che permette loro di finire i compiti, fare sport, coltivare qualche interesse e divertirsi», e potrebbe ridurre la criminalità tenendo lontani dalle strade molti minorenni.

La maggior parte dei fondi, ovvero 430 milioni di sterline, verrà distribuita alle scuole attraverso le autorità locali, mentre i rimanenti 250 milioni verranno dati direttamente agli istituti, per un totale di circa 30.000 sterline per ogni scuola elementare e 50.000 sterline per ogni media ( secondary schools ). Se l’orario scolastico verrà esteso per gli allievi - l’idea è permettere a bambini e ragazzi di fare la prima colazione a scuola, finire i compiti, praticare sport e prendere lezioni di musica o lingue - lo stesso non si può dire per gli insegnanti di ruolo. Non saranno loro, se non vorranno, ad assumersi la responsabilità per le «ore di Kelly». I soldi stanziati per il progetto potranno essere utilizzati per ingaggiare insegnanti privati o attirare volontari.

I sindacati degli insegnanti hanno dato la loro piena approvazione: Chris Keates, rappresentante del Nasuwt, è soddisfatto soprattutto perché il nuovo orario non è obbligatorio, il che significa che quelle scuole già sotto pressione non saranno costrette ad affrontare nuove difficoltà. I presidi sono meno entusiasti. Pur non essendo, per esplicito desiderio di Kelly, responsabili per il pre e dopo scuola, si sentono coinvolti da vicino. Scettici anche i partiti d’opposizione, conservatori e liberal-democratici, che accusano il ministro di non aver chiarito da dove arriveranno i fondi e se si tratti di soldi nuovi o di una riorganizzazione di quelli già stanziati negli scorsi anni per la scuola. Neanche Sarah Jackson, della Charity Working Families, è del tutto convinta: «Da una parte siamo contenti perché il problema principale per i genitori che lavorano è che orari scolastici e lavorativi non combaciano. Ma se la Gran Bretagna non adotterà a livello nazionale schemi lavorativi più flessibili avremo una situazione in cui i bambini trascorreranno sempre più tempo lontani dai genitori».