ESCLUSIVO Pronto il decreto legge che riguarda scuola e università. Sono dentro anche 5 mila Ata. Assunzioni sì, ma per un solo anno. L'autorizzazione del governo riguarderà i fabbisogni 2005/06 da ItaliaOggi del 21/6/2005
Le assunzioni nella scuola si faranno, ma per coprire i fabbisogni di un solo anno. Il programma triennale di immissioni in ruolo è rinviato, per il momento il governo autorizzerà contratti a tempo indeterminato per garantire esclusivamente l'avvio del prossimo anno scolastico. È questo il compromesso che, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, hanno raggiunto i ministeri dell'economia e dell'istruzione, a lungo impegnati in un braccio di ferro all'ultimo posto. Un braccio di ferro che prosegue ancora in queste ore, anche se il provvedimento, che sarà un decreto legge, è già stato stilato. I due dati che sono ancora suscettibili di modifica riguardano appunto i numeri dell'operazione: circa 50 mila insegnanti e 5 mila Ata per il 2005/06 è la richiesta avanzata dall'istruzione. Il clima, sia politico sia sindacale, che si è creato intorno all'operazione va nel senso comunque di una regolarizzazione dei precari storici. È di giovedì scorso l'intervista del ministro della funzione pubblica, Mario Baccini, che anticipava a ItaliaOggi i contenuti di un piano per assumere a tempo indeterminato tutti i precari, dalla scuola alle amministrazioni statali alle regioni, che coprono stabilmente i posti dell'organico di diritto. Le cifre raccolte dal dicastero di palazzo Vidoni parlano di 150 mila precari storici nella scuola, di circa 6 mila in ministeri, enti previdenziali, istituti di ricerca, di 15 mila tra regioni, enti locali e sanità. Al momento lo schema di decreto legge riguarda solo scuola e università. Per gli altri comparti si prevede un provvedimento a parte.
Il contesto Il dicastero dell'istruzione, che ha preparato lo schema, spiega nelle sue premesse il perché di un provvedimento d'urgenza a fronte di una legge, la 143/2004, che già impegna il governo a fare un piano pluriennale di assunzioni sui posti vuoti in organico, che poteva essere attuato con un semplice decreto interministeriale. Due le motivazioni: prevedere finanziamenti ad hoc per l'università Carlo Bo di Urbino, fare le assunzioni in tempo utile per il prossimo anno scolastico. Il Dpcm, previsto dalla legge n. 143, infatti, richiederebbe l'acquisizione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti. In questo modo non ci sarebbero i tempi tecnici perché il provvedimento produca i suoi effetti per il prossimo anno scolastico. Il decreto legge è invece efficace subito, subito possono partire le operazioni scorrimento delle due graduatorie, subito si possono fare i contratti. Il problema della conversione del provvedimento si ha solo in un secondo momento. E comunque coinvolge tutto il parlamento, che dovrà assumersi la responsabilità politica di una mancata conversione.
C'è poi una motivazione politica: procedere
subito su piccoli numeri, ma avviare a soluzione il problema,
investendo tutto il governo, e non un solo ministero proponente, della
paternità, e responsabilità, di quanto fatto. Che cosa prevede il dl per l'università...
Per consentire all'università Carlo Bo di Urbino
di non dichiarare fallimento, si stanzia un contributo di 15 milioni
per il 2005 e altri 15 per il 2006. Il consiglio di amministrazione
dell'università sarà integrato da due esperti nominati dal ministero
per risanare i bilanci entro 180 giorni. Prorogato inoltre al 30
ottobre 2005 il Consiglio universitario nazionale (Cun). ...e per la scuola In attesa della definizione del piano pluriennale di assunzioni a tempo indeterminato per il triennio 2005/06, 2006/07, 2007/08, il dicastero guidato dalla Moratti è autorizzato ´al fine di assicurare il regolare inizio dell'anno scolastico 2005/06' ad assumere sia sulle cattedre sia sui posti Ata. Per gli Ata, nella relazione tecnica, il ministero evidenzia che c'è una carenza in organico di 68 mila unità, pensionamenti per 6.500 e che per consentire la copertura dei servizi minimi delle scuole a partire dal prossimo settembre servirebbero almeno 5 mila nuovi assunti. E il piano pluriennale? Il decreto precisa che non è affatto accantonato: sarà definito e, una volta approvato secondo le modalità previste dalla legge, sarà anch'esso attuato. Lo scontro istruzione-economia sul contingente complessivo di dipendenti scolastici da assumere è insomma solo rinviato. |