Il sondaggio Gilda dice sì all’ipotesi Valditara.

Precari, convince la proposta di An.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi del 20/1/2005

 

Insegnanti favorevoli a congelare la loro ricostruzione di carriera in cambio di un posto fisso.

Il sì al progetto per l’assorbimento del precariato di Alleanza nazionale, lanciato sulle pagine di Italia Oggi il 5 gennaio scorso, giunge da un sondaggio condotto dal sindacato autonomo Gilda. Il 61% dei partecipanti alla consultazione on-line si è detto favorevole a bloccare la ricostruzione di carriera per il servizio pre-ruolo, che consentirebbe allo stato di pagare i neo immessi in ruolo come se si trattasse di supplenti, senza dunque aggravi di spesa. Contrario si è detto il 38% del campione. Dati che confermano l’interesse verso il progetto di cui ieri si è di scusso al ministero dell’istruzione per decidere la strada legislativa da percorrere.

«È necessario aprire un tavolo di confronto con i sindacati e le associazioni per arrivare a stendere un testo condivise che consente di far partire l’operazione con la prossima Finanziaria», spiega Giuseppe Valditara, responsabile scuola di An. Favorevoli si sono già detti il segretario dello Snals, Gino Galati, e il coordinatore di Gilda, Alessandro Ameli. Aperture sono giunte anche dalla Uil scuola guidata da Massimo Di Menna, «fermo restando la necessità di verificare le garanzie offerte ai lavoratori e la tutela dei loro diritti». Il pro getto prevede l’immissione in ruolo di 90 mila insegnanti precari nel 2006, e i restanti entro cinque anni, in cambio di una mancata ricostruzione di carriera per gli anni delle supplenze. Operazione che per gli interessati significherebbe avere circa 2 mila euro in meno l’anno in busta paga, per le casse dello stato, un risparmio annuo di circa 150 milioni di euro.

Per conciliare le esigenze dell’economia con quelle dei precari, il progetto punta a eliminare proprio quelle differenze economiche che oggi rendono più con veniente ricorrere a supplenti, circa 120 mila tra supplenze brevi e a lungo termine, piuttosto che immettere in ruolo. «La ricostruzione di carriera verrebbe comunque recuperata, ma dopo qualche anno. In realtà si tratterebbe dunque solo di un congelamento», spiega Valditara, «non-capisco le reazioni scomposte di alcuni sindacati davanti alla possibilità concreta di risolvere il precariato una volta per tutte, prima che entrino in vigore nuove formule di immissioni in ruolo che renderanno più lente l’assorbimento dei vecchi supplenti».
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