Autoaggiornamento "fai da te"?
Si può, anche senza Finanziaria.
da
Tuttoscuola
del 13 gennaio 2005
La Finanziaria 2005 ha definitivamente chiuso
ogni ipotesi di finanziamento dell’autoaggiornamento degli insegnanti,
dopo la parentesi del 2002, quando, per la prima volta nella storia
della scuola italiana, era stata prevista nella legge di bilancio la
possibilità di compensare, se pur in forma modesta, l’aggiornamento
personale dei docenti attuato sotto diverse forme (partecipazione a
corsi, acquisti di libri, abbonamenti a riviste, ecc.).
Il decreto tagliaspese dell’allora ministro Tremonti lasciò tra
l’altro una parte delle scuole all’asciutto.
Nelle finanziarie successive vi fu qualche timida ipotesi di replicare
l’originaria proposta, ma tutto finì nel solito libro dei sogni,
nonostante lo stesso ministro Moratti in una intervista al Corriere
della Sera si fosse esposta imprudentemente in tale impegno.
Ma quel che non ha potuto o voluto la legge finanziaria è possibile
per decisione diretta delle singole scuole. Lo consentono il contratto
collettivo nazionale di lavoro e la direttiva ministeriale sulla
formazione.
Infatti la direttiva ministeriale (13 maggio 2004, n. 47) sulla
formazione del personale prevede specificamente all’articolo 4 che i
collegi dei docenti, nel definire il piano annuale per la formazione e
l’aggiornamento, possono prevedere iniziative, realizzate in
autoaggiornamento, secondo le tipologie e le modalità definite
dall’art.3 della Direttiva n.70/2002.
Tradotto dal burocratese, significa che se i collegi dei docenti
deliberano - nell’ambito del suddetto Piano annuale - il pagamento
delle attività di autoaggiornamento, le istituzioni scolastiche
possono utilizzare i fondi assegnati annualmente per la formazione per
rimborsare spese di autoggiornamento sostenute dai docenti per:
sottoscrizione di abbonamenti a riviste specializzate, iniziative di
formazione promosse da enti accreditati o qualificati, corsi di
specializzazione universitaria (master, borse di ricerca etc. ),
stages presso aziende, acquisto di libri e, acquisto di software
didattici, abbonamenti a siti telematici e canoni.