Miur al lavoro sul progetto proposto da An. Sindacati e maggioranza divisi. In ruolo a stipendio ridotto. I precari assunti senza ricostruzione di carriera. da ItaliaOggi del 5/1/2005
Assunzioni in blocco nella scuola a stipendio ridotto. Immettere in ruolo 90 mila insegnanti precari, su 120 mila, nel 2006, e i restanti entro cinque anni, in cambio di una mancata ricostruzione di carriera per gli anni delle supplenze, che costerebbe ai diretti interessati circa 2 mila euro in meno l'anno in busta paga. È questo il progetto a cui sta lavorando il ministero dell'istruzione, su proposta di Alleanza nazionale, per superare le difficoltà di ordine finanziario finora incontrate dal ministero dell'economia e dare attuazione al piano pluriennale di assunzioni previste dalla legge n. 143/2004. Un progetto che consentirebbe alle casse dello stato di realizzare un risparmio annuo di circa 150 milioni di euro e che dovrebbe approdare prima al tavolo negoziale con i sindacati di categoria per poi trovare attuazione nella prossima manovra finanziaria. L'ipotesi è stata avanzata da Giuseppe Valditara, responsabile scuola al senato di Alleanza nazionale. "C'è una situazione economica che finora ha consentito di realizzare circa 75 mila assunzioni in dieci anni e la scuola continua ad avere il triste primato del settore pubblico con il numero più alto di precari. Un dato che non consente di razionalizzare la gestione del personale", spiega Valditara, "e non dà agli insegnanti quella serenità necessaria per affrontare le novità del progetto riformatorio". Per mettere d'accordo tutti, il progetto punta a eliminare quelle differenze economiche che oggi rendono più conveniente ricorrere a supplenti, circa 120 mila tra supplenze brevi e a lungo termine, piuttosto che immettere in ruolo. Gli insegnanti precari, infatti, percepiscono uno stipendio base per le sostituzioni che è non suscettibile di avanzamenti negli anni e che corrisponde al primo livello. Gli anni di servizio così prestati vengono poi invece conteggiati, anche se in modo parziale, al momento dell'assunzione a tempo indeterminato. I docenti si ritrovano così a maturare uno/due scatti di anzianità per un servizio precario di 10/15 anni. Per il recupero di una parte della carriera da precario, la cosiddetta ricostruzione di carriera, "risulta che nel biennio 2002/2003 il ministero di viale Trastevere ha pagato circa 650 milioni di euro. Intervenire sulla ricostruzione di carriera, magari senza eliminarla del tutto, ma rinviandola nel tempo, permetterebbe allo stato di assumere per i primi quattro anni migliaia di docenti praticamente a variazione di stipendio zero", spiega Valditara. Gli anni di servizio pregressi sarebbero invece calcolati senza sconti ai fini del punteggio di servizio, della pensione e della liquidazione. Fatta la proposta, ora resta da vedere come reagiranno maggioranza e sindacati. Perché infatti il ministero, prima di proporre un tavolo negoziale sull'argomento, sta saggiando l'appoggio del centro-destra. Piuttosto scettici, per esempio, in Forza Italia, dove Franco Asciutti, presidente della commissione istruzione del senato, è addirittura "decisamente contrario. Non si tratta sui diritti degli insegnanti, non è questo il modo di affrontare il problema". Reazione analoga da parte di Cgil e Cisl. "Sarebbe una disposizione incostituzionale, non siamo disponibili a trattare", dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. "La scuola va valorizzata non mortificata e innanzi tutto va valorizzato chi vi lavora, non è questa la strada', dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Disponibile al confronto la Uil scuola guidata da Massimo Di Menna, che invita a mettere "giù le proposte concrete al tavolo deputato a valutarle, cioè a quello negoziale". Aperta anche Gilda degli insegnanti "a verificare gli spazi per stabilizzare i precari", dice Alessandro Ameli, coordinatore nazionale del sindacato. La proposta è caldeggiata da Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, la confederazione dei sindacati autonomi, a cui aderisce lo Snals, che addirittura contesta i risparmi fatti con i supplenti: "Lo stato paga all'Inps un contributo aggiuntivo dell'1,61% rispetto a quanto versato per gli assunti a tempo indeterminato all'Inpdap, per i primi anni di assunzione non c'è nessuna convenienza". |