L'ipotesi di uno scambio con l'anzianità in busta paga non dispiace.

Più caute le sigle sindacali.

Assunzioni, precari pronti all'intesa.

Ma chiedono al governo chiarezza e un confronto aperto.

 di Alessandra Ricciardi da ItaliaOggi dell'11/1/2005

 

Buste paga più leggere in cambio di un posto fisso nella scuola. Proposta indecente? No, a quanti quel posto fisso lo rincorrono da anni, anche decenni, l'ipotesi non dispiace, purché sia seria e fattibile. Immettere in ruolo 90 mila insegnanti precari, su 120 mila, nel 2006, e i restanti entro cinque anni, in cambio di una mancata ricostruzione di carriera per gli anni delle supplenze è il progetto a cui stanno lavorando il ministero dell'istruzione e la maggioranza di governo, su proposta di Alleanza nazionale (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di giovedì scorso). Un progetto che punta a superare le difficoltà di ordine finanziario finora incontrate dal ministero dell'economia nel dare attuazione al piano pluriennale di assunzioni previste dalla legge n. 143/2004. Il mancato conteggio degli anni di precariato precedenti rispetto all'immissione in ruolo consentirebbe alle casse dello stato di realizzare un risparmio annuo di circa 150 milioni di euro. Un'operazione che agli insegnanti in media costerebbe circa 2 mila euro l'anno.
La proposta ha messo in subbuglio la categoria. "I precari hanno già dato molto allo stato e non ci saremmo mai aspettati di dover trattare sul nostro stipendio, ma se dall'altro lato c'è la sospirata stabilizzazione, allora non possiamo dire di no', ragiona Gianfranco Pignatelli, coordinatore del Comitato italiano precari e supplente a 50 anni. ´Se c'è una proposta concreta che il governo convochi i sindacati e avvia il confronto, la categoria non può essere mandata allo sbaraglio", chiede Aureliana Scotti, referente nazionale del Miip, il movimento italiano insegnanti precari, anch'essa con anni di precariato alle spalle. Le liste di discussione degli insegnanti confermano una reazione tutto sommato positiva, anche se non mancano i se e i ma, motivati in larga misura dall'esasperazione dell'attesa e dallo scetticismo circa la fattibilità del progetto.

I dati. I supplenti percepiscono uno stipendio base che è non suscettibile di avanzamenti negli anni e che corrisponde al primo livello. Gli anni di servizio così prestati vengono poi invece conteggiati, anche se in modo parziale, al momento dell'assunzione a tempo indeterminato. I docenti si ritrovano così ad avere in busta paga uno/due scatti di anzianità per un servizio precario di 10/15 anni. Per il recupero di una parte della carriera da precario, la cosiddetta ricostruzione di carriera, risulta che nel biennio 2002/2003 il ministero di viale Trastevere ha pagato circa 650 milioni di euro. "Intervenire sulla ricostruzione di carriera, magari senza eliminarla del tutto, ma rinviandola nel tempo, permetterebbe allo stato di assumere per i primi quattro anni migliaia di docenti praticamente a variazione di stipendio zero", spiega Giuseppe Valditara (An). Gli anni di servizio pregressi sarebbero invece calcolati senza sconti ai fini del punteggio di servizio, della pensione e della liquidazione.

La situazione. La strada è tutta in salita. Il ministero, prima di proporre un tavolo negoziale sull'argomento, sta saggiando l'appoggio del centro-destra. Non manca scetticismo, per esempio, in Forza Italia, dove Franco Asciutti, presidente della commissione istruzione del senato, è addirittura "decisamente contrario. Non si tratta sui diritti degli insegnanti, non è questo il modo di affrontare il problema". Reazione analoga da parte di Cgil e Cisl. ´Sarebbe una disposizione incostituzionale, non siamo disponibili a trattare", dice Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. "La scuola va valorizzata non mortificata e innanzi tutto va valorizzato chi vi lavora, non è questa la strada', dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. Disponibile al confronto la Uil scuola guidata da Massimo Di Menna, che invita a mettere "giù le proposte concrete al tavolo deputato a valutarle, cioè a quello negoziale". Aperta anche Gilda degli insegnanti "a verificare gli spazi per stabilizzare i precari", dice Alessandro Ameli, coordinatore nazionale del sindacato.