Secondo ciclo

10 anni e larghe intese per uscire dall'impasse.

 da TuttoscuolaNews N. 183, 31 gennaio 2005

 

Come si uscirà dalla  situazione  di  grande  tensione  e  incertezza determinatasi nelle scuole coinvolte nell'operazione "secondo  ciclo"?

E fino a che punto il dibattito tra le forze politiche, all'interno  e all'esterno della maggioranza, e  quello  in  corso  nel  mondo  della scuola, alimentato dai sindacati, potranno modificare le decisioni che il governo è chiamato a prendere in attuazione della legge 53/2003?

È difficile fare previsioni. Ma una cosa ci  sembra  di  dover  dire, anzi ripetere: una  riforma  di  questa  portata,  come  insegnano  le esperienze di  altri  Paesi  che  hanno  realizzato  riforme  generali (Spagna, Francia, Regno Unito, Svezia), ha  bisogno  di  almeno  10-12 anni per andare a regime, e di un  consenso  sociale  sufficientemente ampio, oltre che di  regole  istituzionali  chiare.  Occorrerebbe  che anche in Italia si tentasse di avere condizioni simili,  azzerando  il confuso confronto-scontro in atto e ripartendo con una più lineare  e condivisa successione  delle  fasi  di  attuazione  della  legge,  che potrebbe essere così configurata:

  1. Ridisegno generale del secondo ciclo, da realizzare sulla  base  di una intesa strategica tra lo Stato, le Regioni e il mondo del  lavoro, volta    ad  assicurare  la  competitività  e  la  pari  dignità  (e consistenza)    dei   due  sistemi.  L'intesa  dovrebbe  prevedere  la cogestione istituzionale per la durata di almeno 10 anni della fase di transizione al nuovo assetto del secondo ciclo.

  2. Definizione dei percorsi di entrambi i sistemi, per  assicurare  la trasparenza dell'offerta e la soddisfazione della domanda  sociale  di istruzione e formazione in tutte le sue articolazioni.

  3. Definizione dei piani di studio dei licei e dei livelli  essenziali di prestazione per il sistema di istruzione e formazione, individuando un "nocciolo duro" (anche i francesi sono alla ricerca  di  un  "socle dur") di conoscenze  e  abilità  condivise  dagli  studenti  dei  due sistemi, almeno per quanto riguarda il biennio iniziale.

  4. Individuazione  degli  obiettivi  di  apprendimento  disciplinari ("OSA").    Questa  operazione  dovrebbe  porsi  logicamente  (ma  non necessariamente anche cronologicamente) a conclusione del processo  di implementazione della normativa che riguarda il secondo ciclo.

  5. Adozione contestuale del regolamento contenente i  nuovi  piani  di studio dei licei e dei piani di studio del "sistema  di  istruzione  e formazione", anche per consentire i passaggi tra i due sistemi.

  6. Accordi con i sindacati sulla  posizione  giuridica  dei  dirigenti scolastici e dei docenti che insegneranno nei percorsi del sistema  di istruzione e formazione professionale (classi di  concorso,  mobilità verso e dai licei, contratto nazionale unico).

  7. Piano di formazione in servizio dei dirigenti  e  dei  docenti  sui nuovi contenuti e metodi.

  8. Predisposizione tempestiva dei nuovi libri di testo e  di  ambienti didattici (laboratori ecc.) idonei sia per i licei che per il  sistema di istruzione e formazione.