Duecentomila le cattedre da trasformare a tempo indeterminato. La Moratti rassicura i precari «Tutti assunti in cinque anni». I ds: «Promessa ridicola, per la maggior parte si tratta di un inserimento dovuto» I sindacati confermano lo sciopero del 18 marzo insieme ai dipendenti pubblici. di Giacomo Galeazzi, da La Stampa del 26/2/2004
ROMA Fari puntati, ora, sulle consultazioni con i sindacati. «Abbiamo visto lo Snals, nei prossimi giorni incontreremo le altre organizzazioni», precisa il ministro che hanno già formulato una serie di proposte. «Il governo, dal 2001 al 2004, ha già ridotto del 30% il precariato storico: sono stati assunti 90 mila precari fra docenti e tecnici», puntualizza Letizia Moratti. Rassicurazioni, però, che non convincono l’opposizione che criticano una decisione presa «fuori tempo massimo» e senza copertura finanziaria, come accaduto per il progetto di formazione del 2003 («8 miliardi di euro di cui si è visto il 2%»). Secondo i Ds è «ridicolo» che un ministro in carica da quattro anni parli di assunzioni da effettuarsi nel prossimo quinquennio. «La maggior parte degli inserimenti in organico fatti dalla Moratti finora sono stati un atto dovuto- attaccano i Ds - al momento del suo insediamento, i concorsi erano già stati portati a termine, le graduatorie compilate e le risorse finanziarie stanziate dal precedente esecutivo». Sui tempi l’opposizione ricorda al ministro che la legge sul precariato parla di tre anni: «Aspettiamo il piano di attuazione e il relativo stanziamento di risorse, con le modalità previste dalla legge». La maggioranza, però, fa quadrato a difesa del ministro. «Le battaglie giuste trovano sempre un riconoscimento. Adesso si può guardare con maggiore serenità al futuro della scuola - afferma Giuseppe Valditara di An -, la Moratti ha mantenuto l’impegno di predisporre un piano di assunzione di tutti i precari partendo dalla mia proposta». Anche Forza Italia evidenzia il passo in avanti. «Il provvedimento approvato da Palazzo Chigi - sostiene Mario Mauro, responsabile «azzurro» del dipartimento scuola - rappresenta una svolta nelle procedure di reclutamento del personale docente perché dà la certezza del posto di lavoro, risolvendo l’annoso problema del precariato. Ciò consentirà di rinnovare il corpo docente inserendo nelle scuole giovani neolaureati abilitati». Forza Italia proporrà di istituire albi regionali degli abilitati, in relazione ai quali le scuole potranno valutare i curricula degli abilitati che richiedono di svolgere l’anno di praticantato. Ma per i sindacati confederali della scuola non è abbastanza. A seguito di un «incontro insoddisfacente», avuto ieri mattina al dicastero dell’Istruzione, Cgil, Cisl e Uil hanno infatti proclamato lo sciopero di tutto il personale scolastico per il 18 marzo 2005, lo stesso giorno in cui si asterranno dal lavoro i dipendenti pubblici. Le tre sigle lamentano che a tutt’oggi «nessuna delle rivendicazioni che hanno motivato lo sciopero del 15 novembre 2004 è venuta meno». Il governo, secondo loro, è in «colpevole ritardo» nell’emanazione dell’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative del contratto e negli stanziamenti necessari. I confederali non hanno poi gradito come in questi giorni il capo dipartimento dell’Istruzione sta gestendo la formazione del tutor nelle primarie: «Ha inviato alle scuole una proposta di organizzazione di corsi di formazione per una figura che non esiste e che peraltro è in discussione in un tavolo contrattuale tutt’ora aperto». Lo scontro aperto nel Paese è particolarmente duro, sottolinea Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil, perché il governo non intende rinnovare i contratti di lavoro di milioni di persone scaduti da oltre un anno ed, in alcuni casi, da oltre tre anni. «A causa di queste dissennate scelte - aggiunge Panini - i lavoratori ogni giorno sono più indifesi nei loro salari mentre tutto intorno a loro aumenta di prezzo ed il regime fiscale è sempre più oneroso». |