Dopo gli appelli su Repubblica, la teoria torna tra i banchi delle medie.

Per le secondarie spuntano altre sorprese.

Torna Darwin, ma la scuola perde altri pezzi.

Sgaramella: "Nei licei meno biologia e chimica: danno per la scienza italiana"

Levi Montalcini critica "L'evoluzionismo non sarebbe mai dovuto uscire dai programmi".

di Vladimiro Polchi, da la Repubblica del 24/2/2004

 

ROMA - Darwin tornerà sui libri di scuola. Il giorno dopo la pubblicazione su Repubblica del documento che sdogana le teorie evolutive e ne chiede il reinserimento nei programmi scolastici, il ministero dell´Istruzione conferma di aver ricevuto il rapporto della commissione dei "saggi", presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini. Il documento, commissionato dallo stesso ministro Moratti, è stato trasmesso ieri alla struttura amministrativa del dicastero affinché provveda a integrare i piani di studio della scuola primaria e secondaria in base alle riflessioni fornite. «Esprimo viva soddisfazione - ha commentato il ministro - per la collaborazione offertami dagli illustri studiosi, che mi consentirà di migliorare le indicazioni nazionali relative al primo ciclo di istruzione».

«Molto contenta dei risultati raggiunti dalla commissione» è anche Rita Levi Montalcini, per la quale «Darwin non sarebbe mai dovuto uscire dai programmi scolastici». Dunque ha sbagliato il ministro Moratti a cancellarlo prima, per nominare una commissione "riparatice" poi. Il ministero fa presente inoltre che le bozze relative agli obiettivi specifici di apprendimento delle otto tipologie liceali previste dalle riforma sono state trasmesse alla "commissione Darwin" il 7 febbraio scorso. Eppure nel documento redatto dai "saggi" si legge il disappunto per non aver potuto visionare per tempo i programmi relativi al secondo ciclo della scuola secondaria. Qualcosa dunque non torna.

Al ministero comunque la teoria evoluzionistica ha avuto ieri la sua rivincita. Ma non basta Darwin a salvare le sorti della scienza italiana. Il documento dei "saggi" suona infatti come un campanello d´allarme: la scarsa competenza degli studenti italiani in matematica e scienza (dimostrata da uno studio Pisa-Ocse) conferma la necessità di un «qualificato rinnovamento dei programmi della nostra scuola dell´obbligo». Rinnovamento che dia nuovo ossigeno allo studio delle scienze, «accanto alle altre forme della cultura». In tale direzione aveva promesso di muoversi il ministero dell´Istruzione. Al Senato, nella seduta del 9 novembre 2004 il sottosegretario Valentina Aprea aveva assicurato un forte potenziamento dell´insegnamento delle scienze - e della biologia in particolare - per tutti gli studenti italiani. Eppure le cose sono andate diversamente.

«A metà gennaio - afferma Vittorio Sgaramella, docente di biologia molecolare e membro della "commissione Darwin" - il sottosegretario ha presentato lo Schema di decreto legislativo del sistema educativo relativo al II ciclo di studi. L´ho visto sul sito del ministero. Ebbene nell´ultimo anno del liceo scientifico scompare lo studio della geografia, mentre nel quinto anno del classico vengono cancellate anche la biologia, la chimica, le scienze della terra e la fisica. Attendiamo le Indicazioni nazionali, ma è probabile che questo schema non favorirà la scelta di facoltà scientifiche da parte dei "maturati" dei due licei più prestigiosi. Forse non è il miglior potenziamento - conclude amaramente il docente - per la scienza italiana».