Iscritti alle comunali solo i bimbi Niente riforma Moratti a Bari stop all'anticipo nelle materne.
In un primo tempo i bambini più piccoli erano
stati accettati
di Anna Grittani, da la Repubblica del 2 febbraio 2005
Stop alle iscrizioni degli anticipatari nelle materne comunali. Le scuole del capoluogo, 17 in tutto, potranno accogliere per il prossimo anno scolastico solo i bimbi che compiranno tre anni entro il 31 dicembre del 2005. Chi festeggia il compleanno nei due mesi successivi dovrà attendere il prossimo anno per fare il suo ingresso nel mondo della scuola, anche se si è già iscritto. La disposizione arriva attraverso una lettera inviata due giorni fa dall´assessore alla pubblica istruzione Pasquale Martino, ai diciassette plessi comunali. Un documento che corregge il tiro dello stesso bando pubblicato dal Comune di Bari l´11 gennaio, nel quale, invece, era prevista l´iscrizione dei bambini che avrebbero compiuto tre anni entro il 28 febbraio 2006. Soddisfatta la Cisl scuola di Bari, che su questo terreno era pronta a dare battaglia all´assessorato. La segretaria generale provinciale Lena Gissi, commenta: «All´atto del bando c´era stata una scarsa attenzione al problema. Permettendo l´accoglienza di bambini più piccoli nelle proprie scuole, il Comune si sarebbe messo in competizione con i circoli statali, ai quali invece l´ente non ha assicurato il supporto necessario per l´iscrizione dei bambini più piccoli». E infatti, nella lettera firmata da Martino, la necessità di bloccare le iscrizioni viene giustificata proprio per l´esigenza «di concertare i comportamenti delle scuole materne comunali con quelli delle scuole statali». Il passo indietro, tuttavia, è tardivo. Le iscrizioni infatti si chiudevano per le scuole comunali proprio il 31 gennaio, giorno in cui è partita la lettera. Il che significa che i bambini che erano stati iscritti a cominciare dal 12 gennaio, saranno esclusi. Quanti sono? Lo stesso Martino ha deciso di fare una verifica: «Fortunatamente le richieste non sono molte - assicura - e si concentrano soprattutto in due scuole». Una decisione certo non leggera e peraltro annunciata pubblicamente qualche giorno fa dallo stesso assessore durante una tavola rotonda organizzata dalla Flc-Cgil. «Non intendiamo incoraggiare l´iscrizione dei bambini anticipatari nelle materne comunali» aveva detto Martino in quell´occasione, aprendo una parentesi su varie situazioni scolastiche locali. Intenzione alla quale ha dato seguito subito dopo, per un motivo semplicissimo: i fondi. «Con i tagli dello Stato, il Comune di Bari perde 90 milioni di euro ? dice Martino - in tutta onestà, non sappiamo più dove tagliare». Dunque non ci sono risorse per offrire tutte quelle condizioni che permetterebbero, secondo quanto previsto dallo stesso Miur, di offrire ai bambini di due anni e mezzo il personale che provveda al cambio del pannolino e ad imboccarli quando arriva il pranzo, per non parlare della necessità di lettini per il riposo pomeridiano e anche di fasciatoi. Si tratterebbe di mettere in piedi un´organizzazione che al momento non esiste se non negli asili nido. Tra l´altro, il Comune di Bari dovrebbe fornire le strutture necessarie non solo alle scuole comunali che gestisce direttamente, ma anche alle statali, perché rientra nelle proprie competenze. Si intravede un piccolo barlume di speranza solo quando Martino parla, sempre nella lettera, di eventuali intese tra l´assessorato e il Csa di Bari (l´ex provveditorato) che potrebbero permettere l´iscrizione dei bambini più piccoli. Dunque si attende l´incontro con il dirigente del Centro servizi amministrativi Fabio Scrimitore. Lepossibilità che ciò avvenga, però, sono poche. «Il problema è sempre quello: senza le risorse l´ipotesi di accordi col provveditore diventa davvero remota». Così ai genitori dei bimbi già iscritti non resta che rassegnarsi. Lena Gissi invece non si dà per vinta. Vorrebbe a tutti i costi riportare alla scuola pubblica quegli alunni che per forza di cose sono destinati ad emigrare negli istituti paritari o statali. «L´assessorato dovrebbe convocare le organizzazioni sindacali della scuola per individuare strategie comuni, come avviene in altre città d´Italia. Solo a Bari non è mai accaduto». |