Serve una scossa nella sfida della formazione.

di Lorenza Pininfarina, da la Repubblica del 3 febbraio 2005

 

Il Salone della formazione, del lavoro e delle scelte professionali ritorna a Lingotto Fiere a febbraio. Mai come ora, di fronte al mutamento degli scenari economici e industriali, in una regione che ha fra le sue grandi ricchezze il "saper fare", è cruciale produrre nuove conoscenze in campi differenziati, monitorarle e diffonderle integrandole alle attività economiche. La legge regionale n. 63 del 1995, le Direttive regionali e dal 1996 l´Osservatorio della città di Torino, hanno il compito di studiare, programmare e sostenere adeguati interventi di formazione professionale e di politica del lavoro. Purtroppo ancora oggi quasi un terzo dei giovani torinesi si presenta sul mercato senza avere acquisito né un diploma né una qualifica professionale, troppi sono ancora i dispersi della scuola superiore e dell'università, il rapporto con il mondo del lavoro è ancora poco presente.

Molto si è fatto e si sta facendo, anche con interessanti progetti-pilota: ma per diffondere nuove professionalità è necessario un salto di mentalità con una visione internazionale dinamica e aperta al confronto con gli obiettivi di sviluppo del territorio, una più efficace comunicazione ai giovani e alle loro famiglie circa orientamento degli studi e conseguenti effettivi sbocchi occupazionali, un impegno particolare nella riqualificazione dei soggetti "a rischio", il tutto con il contributo congiunto degli attori interessati, Miur, istituzioni locali, scuole, imprese, sindacati, associazioni di categoria. In particolare la scuola primaria e secondaria deve fare la sua parte, garantendo una solida e ampia base culturale umanistica e scientifica, formando persone con apertura mentale, spirito critico, immaginazione e iniziativa. Quello che è utile imparare è un metodo ad ampio raggio per saper trovare informazioni e soluzioni originali per problemi sempre nuovi. In particolare nei percorsi di formazione professionale è necessario preparare i giovani a quel processo di apprendimento continuo che, in un mondo in costante rapido cambiamento, permette di superare l'obsolescenza altrettanto veloce di tecniche e specializzazioni.

Infine il sistema universitario è chiamato a svolgere un ruolo determinante in termini di creazione di capitale umano con competenze eccellenti a livello internazionale. La politica dovrebbe sostenere le piccole e medie imprese, favorire l´informatizzazione diffusa e le collaborazioni con i centri di ricerca e le università agendo sulla leva fiscale. Fra le imprese, al di là della trita retorica sulla centralità delle risorse umane, molte non dovrebbero ancora considerare la formazione un costo da tagliare nei momenti di congiuntura, ma un investimento: competere sul terreno dell'innovazione significa anche migliorare la formazione continua dei lavoratori a tutti i livelli, per offrire prodotti e servizi di qualità ad alto valore aggiunto.