Si riaccendono la polemiche sul tutor/1:

 le sentenze dei tribunali . . .

 da TuttoscuolaNews del  28 febbraio 2005

 

Il tutor era ormai diventato un "desaparecido", un oggetto misterioso, un ibernato.

La trattativa dell’art. 43 lo aveva congelato sul nascere ad agosto nella prospettiva di un accordo improbabile che per primi i sindacati non avevano voglia di sottoscrivere.

Sei mesi dopo, quando le scuole rimaste nel guado dell’attesa si sono arrangiate in qualche modo tra applicazione secondo le regole ministeriali, tutor diffuso o rinvio a tempi migliori, il tutor dimenticato è ritornato agli onori delle cronache.

Due recentissime pronunce giudiziarie ne hanno sentenziato il ritorno dall’oblio affermando in modo diverso la non attivazione del tutor nelle classi della scuola primaria. La prima sentenza - 19 gennaio 2005 Tar Puglia, sezione di Lecce - non ha negato la validità del tutor per le nuove classi della scuola primaria, bensì per quelle che già funzionavano lo scorso anno secondo il vecchio ordinamento (che il decreto legislativo 59/2004 ha transitoriamente mantenuto). La seconda sentenza – 9 febbraio 2005, giudice del Lavoro di Salerno - ha affermato che, in mancanza di specifica previsione contrattuale, il dirigente scolastico non può procedere nell’affidamento agli insegnanti di incarico delle funzioni tutoriali.

Nella prima sentenza viene data interpretazione alla norma di riforma, mentre con la seconda si afferma sostanzialmente il primato del contratto sulla norma di legge condannando un dirigente scolastico per comportamento antisindacale in quanto non avrebbe nemmeno informato le RSU d’istituto dell’incarico di tutor che stava per conferire.

È di nuovo fuoco alle polveri, ma con tutta probabilità la polemica lascerà indifferente, a questo punto, il mondo della scuola.

 

 

Si riaccendono la polemiche sul tutor/2:

. . . e i monitoraggi del ministero

 

Dalle aule dei tribunali agli uffici delle direzioni scolastiche regionali: il tutor fa parlare di sé dentro l’Amministrazione scolastica.
Una nota del Miur che chiedeva agli Uffici scolastici di rilevare la situazione degli incarichi tutoriali conferiti dai dirigenti scolastici al fine di valutare l’onere per finanziare le attività di formazione di questi docenti da parte dell’Indire ha creato perplessità in molte scuole, tuttora in attesa dell’accordo sindacale. Perplessità di taluni dirigenti per il riemergere di una questione che tacitamente era stata accantonata in attesa di soluzioni, prevedibile reazione sindacale per quella che viene considerata, nonostante le smentite ministeriali, un’azione di controllo su materia oggetto di contrattazione ancora pendente.

La Cgil-scuola non ha esitato a dichiarare che quella richiesta di notizie è un vero e proprio "censimento" con un evidente obiettivo: spingere le scuole ad individuare funzioni tutoriali nonostante che non sia conclusa una trattativa e nonostante che il Ministero stesso abbia riconosciuto che la conclusione della trattativa è preliminare ad ogni decisione".

Il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha espresso totale dissenso e contrarietà "all'atteggiamento censorio" che si maschera dietro un "intervento all'apparenza neutrale e meramente cognitivo" dell'introduzione della figura del tutor finalizzata alle attività formative. Secondo Scrima "è intollerabile l'ambiguo comportamento dell'Amministrazione che da una parte afferma di riconoscere il ruolo della contrattazione e dell'autonomia delle scuole, mentre dall'altra assume iniziative verticistiche e unilaterali che violano il sistema delle relazioni sindacali".
Più che il merito della questione sembra sotto accusa il metodo, cioè quella che il sindacato ritiene una "gestione inaccettabile delle relazioni sindacali e del rapporto con le scuole".

Un problema che va ad aggiungersi alla protesta per il mancato rinnovo del contratto biennale oggetto principale dello sciopero della scuola del 18 marzo prossimo, proclamato dai sindacati confederali, anche se si ha l’impressione che l’affermazione secondo cui la richiesta ministeriale sulla trasmissione dei dati sui tutor da "formare", "rafforza la determinazione alla protesta e allo sciopero", sia di per sé piuttosto debole per convincere i docenti ad incrociare le braccia.