La bozza di riforma della secondaria superiore scatena proteste. E' la volta dei docenti di educazione musicale: "Ci cancellano". I giovani chiedono più musica ma il modello Moratti la esclude. di Cristina Nadotti, da la Repubblica del 3/2/2005
ROMA - A giudicare dalle osservazioni e dalle proteste, non c'è un insegnante favorevole alla proposta di riforma della scuola secondaria superiore. Si sono mobilitati i docenti di educazione fisica, adesso tocca a quelli di educazione musicale. Le critiche che il corpo docente rivolge alla bozza Moratti sono molto più profonde della rivendicazione di un posto di lavoro. Come già i colleghi di educazione fisica, quelli di musica non sono spaventati solo dalla riduzione di orario. La loro materia non è prevista dalla riforma Moratti in nessuna scuola superiore, se non in un "liceo musicale" che, obiettano i professori, finirebbe per diventare un ghetto. Raffaele Napoli, maestro che ha alle spalle, tra le molte esperienze, quella di direzione dell'orchestra sinfonica della Rai di Torino, osserva: "Il primo problema sarebbe quello di capire quali competenze in uscita offrono questi licei riformati, in base a quale idea di formazione, per ottenere che?". "Il timore è quello di assistere ad un progressivo scadimento dell'offerta pubblica a favore di una non meglio identificata offerta privata - continua il musicista - il cui unico ago della bilancia ritorna ad essere il censo". Tra i docenti c'è chi sottolinea come, al contrario di quanto sbandierato dal ministro nei suoi obiettivi, cioè la creazione di una scuola più vicina ai ragazzi, le scelte sulle discipline siano opinabili. "Con la continua richiesta di musica da parte dei giovani, quella di escludere l'educazione musicale mi sembra una scelta a dir poco anacronistica - dice Daniela Rossi - I ragazzi hanno bisogno di sapere di musica, certo non solo di musica classica. Hanno bisogno di sapere perché quella melodia funziona così bene, quando un arrangiamento è efficace, come fare per riuscire a fissare sulla carta un'idea musicale". "Nelle scuole superiori è un continuo fiorire di laboratori musicali, la richiesta è enorme: perché - si chiede l'insegnante - istituzionalmente l'educazione musicale viene eliminata?". Anche per i docenti di educazione musicale la protesta conta molto, ma non solo, sul tam tam del web. Camillo Savone, del Coordinamento musicale, oltre a segnalare uno spazio sul sito dove si trovano le iniziative per far arrivare al Ministero la voce dei docenti, osserva che la scelta di escludere l'educazione musicale va anche contro l'obiettivo della riforma di diffondere conoscenze informatiche. "I docenti di questa disciplina - sottolinea Savone - stanno operando nelle scuole superiori, per esempio quelle di studi sociali, nel campo della multimedialità". L'appoggio alla protesta dei docenti arriva anche dall'Unione artisti (Unams), l'organizzazione maggioritaria rappresentativa di tutti gli artisti e musicisti italiani e dalla Siem, la Società italiana per l'educazione musicale. "Quello del Ministro Letizia Moratti è un progetto di riforma miope e sordo, dove la musica è destinata solo ai musicisti, come se la storia dell'arte fosse destinata solo ai pittori e agli scultori", sostiene la Siem in un comunicato. |